Guerra in Ucraina

Invasione di campo. Messaggio sbagliato

La guerra ha un costo altissimo, ma neppure la pace purtroppo è gratis. E solo gli ucraini possono dire se la Crimea e il Donbass sono moneta leggera o pesante

Invasione di campo. Messaggio sbagliato

La guerra ha un costo altissimo, ma neppure la pace purtroppo è gratis. Non lo è per Kiev, non lo è per Putin e neppure per gli Stati Uniti e per l'Europa. L'enigma adesso è capire quando chiudere, a che prezzo e a chi tocca pagarlo. La soluzione non è affatto facile, perché ognuno dei protagonisti in campo ritiene, a torto o ragione, che non ci siano ancora le condizioni per fermare il tempo e ragionare sul serio su una via di uscita. Qualcuno è rimasto sorpreso dalle parole di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato: «Non accetteremo mai l'annessione illegale della Crimea e ci opponiamo al controllo russo sul Donbass». È una chiusura netta verso Putin. È un approccio più rigido anche rispetto alle aperture di Zelensky. È soprattutto una mossa diplomatica. È tenere il punto: è quello che abbiamo sempre detto. Dovremmo cambiare idea dopo l'invasione? Questo è il messaggio che arriva da Stoltenberg.

La Nato e Washington ritengono che Mosca non abbia ancora intenzione di trattare, ma questa guerra sta facendo sprofondare la Russia in una crisi sociale ed economica più profonda di quanto ci si aspettasse. Putin si sta mangiando il futuro del suo popolo. Non c'è nessun orgoglio imperiale all'orizzonte, ma un domani da immensa Corea del Nord sotto il protettorato cinese. L'idea insomma è di far pagare a Putin un prezzo alto per la sua guerra insensata. La pace non può essere un regalo.

Questa però è la visione di Biden. È la guerra vista da Washington e non è detto che sia la prospettiva migliore. Quando è iniziata l'invasione molti chiedevano a Kiev di arrendersi. Perché non dicono basta? La risposta fu che non spettava agli altri la scelta. Solo gli ucraini potevano decidere se arrendersi o resistere. È la tesi che questo giornale ha portato avanti fin dall'inizio. Nessuno può pretendere di decidere per loro. Non ti puoi mettere nei loro panni. Non sta a te indicare il prezzo della libertà. È troppo facile. È disonesto. Questo vale per il presidente degli Stati Uniti e per l'ultimo commentatore da bar. L'ultima parola spetta a chi sta facendo i conti con l'invasione russa. A chi sta rischiando tutto.

Questo discorso vale anche per la pace. Non spetta alla Nato o agli USA fissare il prezzo. Non spetta neppure al solo Zelensky. Solo gli ucraini possono dire se la Crimea e il Donbass sono moneta leggera o pesante. Quello che gira intorno a questa storia è il futuro equilibrio del mondo, ma non va disegnato con il sangue degli ucraini.

Il costo di questa pace è un loro diritto inalienabile.

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