Il sindaco di Scientology a debito zero: “Taglio le tasse contro lo Stato criminale”

Loris Mazzorato è il primo cittadino di Resana, comune di 10mila abitanti in provincia di Treviso. Seguace di Scientology, combatte contro il governo centrale: "Così ho estinto tutti i mutui"

Il sindaco di Scientology a debito zero: “Taglio le tasse contro lo Stato criminale”

“Io sono uno dei rari sindaci in Italia che – nel mio precedente mandato – ha estinto tutti i mutui. Resana è un comune a debito zero, che incassa 4 milioni e 700 mila euro ma non può spendere un centesimo per colpa del patto di Stabilità”. Loris Mazzorato, primo cittadino di Resana (Treviso), appartiene al movimento di Scientology, i cui codici etici lo guidano nel suo impegno politico, caratterizzato dalla lotta contro “una legislazione criminale”.

È il primo sindaco di Scientology d’Italia. Come e quando si è avvicinato all’organizzazione di Ron Hubbard?

“Da giovanissimo, all’età di 13 anni. Mio padre me ne aveva parlato e seguii i corsi di comunicazione di base, che insegnavano tecniche per rapportarsi alle persone: li trovai molto stimolanti”.

Un interesse nato da teenager e maturato con il passare degli anni.

“Sì, ho continuato ad approfondire finché mi sono imbattuto nelle tematiche più importanti come codici etici e morali, che ho condiviso in pieno. A proposito ci tengo a dire che ho sposato anche insegnamenti di altri gruppi come Hare Krishna e Testimoni di Geova, oltre ai valori cattolici e cristiani”.

Ci dica qualcosa di queste regole etiche.

“Si tratta di cose del tutto condivisibili, come seguire comportamenti che non ledono le altre persone, essere leali, mantenere la parola data, rispettare l’ambiente e la vita. Insomma, principi base. Un punto fermo è il rispetto delle leggi e delle regole di un Paese. Ma è chiaro che quando ci sono delle cose che non vanno bene, uno ha tutto il diritto – con gli strumenti in possesso – di esprimere il proprio disappunto. Altrimenti non sarebbe democrazia, anche se di questi tempi in Italia ne vedo ben poca”.

Ma il connubio con la politica è possibile? Riesce a coniugare i dettami del movimento con il suo impegno da primo cittadino?

“Io vado dritto per la mia strada coordinando le due cose. Certo, mi rendo conto che le leggi fatte dallo Stato vanno contro i principi e i diritti dei cittadini. Attualmente abbiamo una legislazione che è più criminale che legale; d’altronde – ahinoi – è stata fatta da una classe politica che è al governo, dal cui modo di lavorare dissento nel modo più totale”.

Accennava a leggi criminali…

“Premessa: negli ultimi due anni ci sono stati più di due mila suicidi e qualcuno si dovrebbe pur assumere la responsabilità di queste morti. Allora, l’articolo 1 della Costituzione dice che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Bene, il 20% della forza lavoro del mio comune non trova un impiego. Uno Stato che obbliga noi sindaci ad aumentare la tassazione locale, dopo che ci ha azzerato i trasferimenti, che Stato è?”.

Ma il suo è un comune virtuoso.

“Io sono uno dei rari sindaci in Italia che – nel mio precedente mandato – ha estinto tutti i mutui. Resana è un comune a debito zero, che incassa 4 milioni e 700 mila euro ma non può spendere un centesimo per colpa del patto di Stabilità; il nostro rapporto cittadini-dipendenti è 1 a 340, contro la media nazionale di 1 a 150. E ancora, rispetto ai costi standard nazionali sono al di sotto del 20%. Qui non parliamo più di legalità dello Stato nei confronti della cittadinanza, ma di crimini del governo contro la mia comunità”.

Lei ha rifiutato l’imposizione della Tares ed è stato commissariato.

“Sì, a novembre 2013: mi sono messo di traverso, da solo contro tutti. In consiglio comunale avevo approvato un ordine del giorno con l’applicazione della tassa. Tutta la vecchia maggioranza e l’opposizione di allora, per paura – visto che c’è la responsabilità patrimoniale –, si sono dimessi. Io, invece, ero disposto a combattere questa battaglia, anche se mi sarebbe costato moltissimo, ben 10 mensilità. Pur di rimanere una persona integra e difendere i miei cittadini (visto che mi hanno eletto loro) ho detto di no a una tassazione ingiusta. Oltre a non ricevere trasferimenti dallo Stato centrale avrei dovuto aumentare i tributi locali e ridare indietro allo Stato 600mila euro: io non ci sto a questo gioco al massacro”.

Pensa di essere un sindaco scomodo?

Sì, a qualcuno do fastidio perché risveglio le coscienze dei cittadini. Così facendo diventa più difficile (per quel qualcuno) perseguire interessi illeciti e immorali – come Mose, Expo, tangenti – che ho sempre denunciato. Tempo fa avevo scritto ai giornali e anche al presidente Napolitano per denunciare che tutti questi sbarchi di cittadini stranieri non facevano altro che alimentare mercati mafiosi, visto che c’è chi diventa ricco con questi viaggi della morte.

Scomodo ma amato a Resana.

Vuole sapere la cosa bella e divertente? Dopo che mi hanno mandato a casa per la questione della Tares i miei cittadini mi hanno rieletto alla grande; sono venuti bussarmi a casa e a convincermi a forza a ripresentarmi: lavorare con onestà e lealtà paga sempre. Ho lasciato il mio lavoro da libero professionista per fare il sindaco a tempo pieno a 1780€ al mese, non ho né tredicesima né quattordicesima, e non ho rimborsi di alcun tipo.

Il mio spirito è un altro: ognuno di noi deve fare la sua parte per cambiare un sistema che ci sta mandando al collasso, con giovani senza lavoro e prospettive in patria. Una volta laureati i nostri gioielli se ne vanno all’estero a costo zero: rischiamo di diventare un Paese vecchio e senza cervelli.

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