"Io, vittima della follia di una nazi-animalista"

Nel bel mezzo dello sciopero dei treni, una donna - per la precisione un'animalista - mi ha strappato la pelliccia dandomi della "stronza assassina"

"Io, vittima della follia di una nazi-animalista"

Quella che sto per raccontare è una storia (reale) di pura follia. Come ogni vero pendolare, anche io sono abituata agli scioperi, ai ritardi e alle cancellazioni dei treni dell'ultimo minuto. E se prima mi infuriavo, ora fumo una sigaretta in più e cerco una soluzione per tornare a casa. Esattamente questo ho fatto ieri sera. Invece di rimanere in balia degli eventi e congelare in stazione, ho trovato un'alternativa: salire su un treno e poi aspettare la coincidenza.

La prima parte del viaggio è andata per il verso giusto. Treno in orario, carrozza calda e posto a sedere trovato con facilità. L'attesa per la seconda parte... non troppo. Mentre aspettavo la coincidenza, ero al telefono con un amico. Stavamo parlando del più e del meno, quando mi sono sentita tirare il mio cappotto di pelliccia. Inizialmente pensavo fosse un/una conoscente (un po' manesca) che volesse salutarmi, ma quando mi sono girata e ho visto che non c'era nessuno ho capito che non era proprio così. Va beh, continuo a parlare al telefono. Penso che qualcuno mi abbia urtato involontariamente, ma dopo qualche secondo sento un altro strattone. Questa volta perdo l'equilibrio, ma fortunatamente c'era un'altra persona lì vicino a me e mi tengo a lui. Mi rimetto in sesto e capisco che qualcuno ce l'ha con me. O meglio, con la mia amata pelliccia. Mi giro, mi rigiro, guardo a destra e a sinistra, fino a quando un signore mi fa notare che una donna mi ha strappato la pelliccia.

Decido, quindi, di andare a cercare questa signora che ha avuto il coraggio di mettermi le mani addosso, di strapparmi la pelliccia, ma non di guardarmi in faccia per darmi della "stronza". Il primo tentativo va male. In effetti non sapevo neanche che faccia avesse. Il secondo è quello giusto. Mi trovo davanti una signora sulla cinquantina, dal volto un po' stanco e non troppo felice. "Scusi, è stata lei a tirarmi la pelliccia?", le domando. "Certo, chi gliela ha data? Madre Natura?", mi risponde. No, in effetti non me l'ha data Madre Natura, ma soltanto mia madre perché fa la pellicciaia. Apriti cielo, il delirio. "Ti devi vergognare, stronza - ha iniziato a blaterare davanti a tutti -. Io ti denuncio alle associazioni animaliste. Vallo a spiegare a loro. Quanti animali hai ammazzato assassina?"

Credo che dalla sua bocca siano uscite altre follie, ma sinceramente non ricordo. In quel momento ero davvero furiosa, lei urlava e io pure. "Ma lei come si permette di strappare un vestito a una persona che nemmeno conosce? - le ho subito ribattuto - Come si permette di mettermi le mani addosso? Io sarei potuta cadere fra i binari. E ora me la ripara lei?!?".

Ovviamente, la discussione è degenerata. Mi sono abbassata al suo livello e ci siamo ricoperte di insulti. Un grande classico. Dopo poco arriva il treno. Salgo e sono arrabbiatissima. Mi tolgo la pelliccia: è completamente aperta sulla schiena. Distrutta.

Scendo dal treno e la porto a mia madre per fargliela aggiustare. "Ma la gente cos'ha nel cervello?", mi chiede lei cercando di non fomentarmi più di tanto.

Sinceramente non lo so nemmeno io. Ma questa aggressione animalista mi sembra davvero esagerata.

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