Coronavirus

Il Cts ripensa la quarantena: ecco cosa può cambiare

La misura proposta in Francia verrà valutata anche in Italia. Ma qui la riduzione sarà inferiore, a 10 giorni di isolamento

Il Cts ripensa la quarantena: ecco cosa può cambiare

La Francia ha proposto di diminuire la durata della quarantena per il nuovo coronavirus da 14 a 7 giorni. E ora, anche in Italia spunta l'ipotesi riduzione. Martedì prossimo, il Comitato tecnico scientifico si riunirà per valutare la possibilità di ridurre la quarantena da 14 a 10 giorni. In attesa della decisione del Cts, la linea da seguire resta quella della cautela, nel tentativo di contenere la diffusione del Covid-19.

"Per ridurre la quarantena deve esserci una concertazione nella Ue basata sull'evidenza scientifica e non sul calcolo politico o economico". Così Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), aveva commentato la proposta francese di passare da 14 ai 7 giorni di isolamento per le persone positive al Covid-19. "Non è opportuno - aveva osservato- che uno stato membro vada avanti per conto proprio. Serve un confronto serio da parte degli scienziati. C'è la necessità di concertazione soprattutto quando si parla di frontiere condivise e di curve in rialzo".

Nonostante il Comitato francese sostenga che dopo i primi 5 giorni il rischio contagio si abbatta moltissimo, "ad oggi noi sappiamo che la contagiosità si abbatte solo dopo l'undicesimo giorno". E, aggiunge Guerra, vista la situazione, che vede un aumento dei contagi, "non è il caso di mettere in discussione questo punto fermo se non attraverso risultati chiari di ricerca e valutazione congiunta".

Il direttore aggiunto dell'Oms aveva ammesso la possibilità di abbassare il periodo di isolamento, ma non a meno di 10 giorni, limite minimo, anche per gli asintomatici. Infatti, aveva spiegato, "non abbiamo ancora prove definitive e certe che anche la scarsa sintomatologia non possa trasformarsi in danno". In generale, "accorciare la quarantena può essere un rischio non eccessivo se considerato da solo e in linea teorica", ma la misura "va inserita nel contesto sociale e comunitario in cui viviamo. Bisogna fare la sommatoria dei rischi complessivi che siamo disposti ad accettare.

Ci sono delle priorità da rispettare".

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