Cronache

Gli islamici contro le donne in bici: "Restiamo allibiti dalle italiane"

Alle musulmane che vivono in Italia è vietato andare in bicicletta. "È una questione di pudore, per la donna stessa"

Gli islamici contro le donne in bici: "Restiamo allibiti dalle italiane"

Ali Abu Shwaima, presidente del Centro islamico di Milano, considera la donna "un diamante". E, per questo motivo, non può andare in bicicletta. Capire il legame tra le due cose è impossibile. "È più decoroso e di rispetto per una donna che non vada in bicicletta", spiega Abu Shwaima. Ma non è un l'unico a pensarla così. Tanto che, come spiega Rajae a Striscia la notizia, sono moltissime le musulmane che vivono a Milano e che non possono salire sulla bicicletta perché i mariti glielo vietano.

A Milano l'Istituto "Luigi Cadorna", grazie all’impegno di Mamme a scuola onlus e in collaborazione con Ciclo Pride Italia, ospita un corso di bicicletta per le donne di tutte le età e di tutti i Paesi. L'iniziativa è nata su richiesta di alcune mamme che hanno espresso il desiderio di utilizzare la bicicletta per spostarsi in città. Davanti alle telecamere di Striscia la notizia chiedono di non essere riprese in volto. Non vogliono passare dei guai. "La bici è solo per maschi", spiega una ragazza completamente velata. Accanto a lei, però, ce n'è un'altra che insegna alla figlia ad andare in bicicletta. Ma si affretta a dire: "È normale... Però, fino a vent'anni, poi basta". I mariti, d'altra parte, non sono da meno. Anzi. "Mia moglie non va in bicicletta - ammette uno - mia moglie lavora in casa, non esce mai fuori". E un altro ci va giù più pesante: "Certe volte mi capita di vedere qui, in Italia donne che vanno in bicicletta e rimango allibito". "Anche l'unghia del piede della donna - incalza un altro ancora - è una parte intima che non va mostrata". La maggior parte degli intervistati, insomma, ritiene che il divieto di andare in bicicletta sia "una questione di pudore, per la donna stessa".

Non è la prima volta che Striscia la notizia si occupa di questo assurdo divieto. Un divieto che arriva dall'Arabia Saudita, dall'Iran, dallo Yemen, dall'Afghanistan e dalle zone rurali del Maghreb. "A un musulmano piace proteggere la donna - spiega Ali Abu Shwaima - essendo la donna una cosa sacra, una cosa di valore... non è che la metti così in mostra. Piuttosto vada in Cadillac o in Mercedes, ma non in bicicletta". "I nostri usi e costumi sono un po' complicati - spieda una musulmana che vive a Milano - ad esempio, da noi le ragazze fino ai vent'anni si prendono le loro libertà in tutto. Dopo i venti - continua - subentrano un po' di restrizioni per la famiglia, insomma...

con la casa".

Commenti