"Muoiono 15 volte in più". Cosa dicono i dati dei non vaccinati

Nelle fasce di età 0-19 anni si registra il più alto tasso di incidenza di casi Covid a 2 settimane

"Muoiono 15 volte in più". Cosa dicono i dati dei non vaccinati

Come evidenzia il report esteso dell’Iss, l’Istituto superiore di Sanità, che va a integrare il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sul Covid, il tasso di mortalità standardizzato per i soggetti non vaccinati (96/100mila) è 5 volte più alto rispetto a coloro che hanno ricevuto il ciclo completo da meno di 120 giorni (19/100mila) e 15 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster (7/100mila). Nelle fasce di età 0-9 e 10-19 anni si registra il più alto tasso di incidenza di casi Covid a due settimane, pari rispettivamente a 1.424 e 1.437 per 100mila abitanti. Invece, nella fascia di età compresa tra 70 e 79 anni si registra il valore più basso con 471 casi per 100mila abitanti.

Reinfezioni nell'ultima settimana

Da quando ha avuto inizio la pandemia sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata 2.966.901 casi nella popolazione di età compresa tra 0 e 19 anni, di questi 15.200 sono stati ospedalizzati, 350 ricoverati in terapia intensiva e 50 sono invece deceduti. Particolare attenzione è rivolta agli episodi di reinfezione a causa della diffusione e del dominio della variante Omicron: “Nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni Covid sul totale dei casi segnalati è stata pari al 3,3%, stabile rispetto alla settimana precedente".

Secondo quanto emerso l'efficacia del vaccino anti-Covid nel prevenire casi di malattia severa è del 92% nei soggetti immunizzati con dose booster e scende all'85% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, all'87% in coloro che hanno ricevuto ciclo completo da 91 e 120 giorni, e all'82% nei vaccinati che hanno completato l’intero iter vaccinale da più di 120 giorni. L'efficacia del vaccino nel prevenire la diagnosi di infezione da Covid-19 è invece pari al 61% nei vaccinati con booster, e pari al 63% entro 3 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, al 52% tra i 91 e 120 giorni, e al 44% dopo i 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.

Perché rischiano più le donne

Come si legge: "L'analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l'inizio della diffusione della variante Omicron) evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione (valori significativamente maggiori di 1)" per chi ha avuto la "prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti; nei non vaccinati o vaccinati con almeno 1 dose da oltre 120 giorni, rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi".

L’Iss spiega che per l’ultimo punto, ovvero un maggior rischio per i soggetti di sesso femminile, il motivo potrebbe essere dovuto al fatto che vi è un maggior numero di donne nelle strutture scolastiche, più dell’80%, e anche al fatto che sono quelle che in ambito familiare svolgono più spesso la funzione di caregiver.

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