La Juve retrocede, promossa Mediolanum

La Juve retrocede, promossa Mediolanum

Cambio della guardia nel paniere dei 40 titoli più «pregiati» di Piazza Affari, le cosiddette blue chip che compongono l'indice Ftse Mib. Da lunedì 23 marzo Banca Mediolanum prenderà il posto della Juventus, «retrocessa» nell'indice Ftse Mid Cap. Per le azioni dell'istituto, presieduto da Ennio Doris e guidato dal figlio Massimo, che ne è amministratore delegato, si tratta di una rentrée (...)

(...) importante perché la stessa presenza nel paniere comporta l'inserimento in portafoglio del titolo da parte dei fondi che replicano l'indice e di quelli che invece selezionano solo blue chip.

La selezione effettuata dalla commissione tecnica che valuta i titoli componenti del Ftse Mib premia i brillanti risultati di Banca Mediolanum che nel 2019 ha conseguito il miglior utile della propria storia a quota 565 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto all'anno precedente distribuendo, tra acconto e saldo, un dividendo unitario di 55 centesimi che alle quotazioni attuali corrisponde a un rendimento di poco superiore all'8 per cento. Insomma, un giusto riconoscimento per una società che a fine 2019 ha aumentato le proprie masse gestite a 84,7 miliardi (+18% annuo), ha conseguito una capitalizzazione di 5 miliardi.

L'uscita di Juventus, tuttavia, mette l'accento sulla difficile situazione del calcio italiano in seguito all'epidemia di coronavirus. La Vecchia Signora nelle ultime sedute sta scontando le attese negative sul trend dei ricavi a causa dell'obbligo di giocare le partite a porte chiuse. Dal 14 febbraio il titolo ha perso il 31,8%, giungendo a quota 0,847 euro. Il calo raggiunge il 44% se parametrato al massimo di 1,57 euro registrato nell'aprile scorso, quando la controllata della famiglia Agnelli tramite Exor aveva ottime chance di qualificarsi alla semifinali di Champions League prima del rovescio interno con l'Ajax. Oggi le contrattazioni si sono di gran lunga ridotte, le vendite delle ultime sedute le hanno riportate sui 25 milioni di pezzi a fronte di una fascia di oscillazione che si attesta tra i 5 e i 10 milioni.

Ultimo ma non meno importante il dato finanziario. Nel primo semestre dell'esercizio 2019-2020, chiuso a fine dicembre, la Juventus ha registrato una perdita di 50,3 milioni di euro a fronte di un utile di 7,5 milioni. Rispetto a una leggera contrazione dei ricavi a 322 milioni, i costi del personale (i calciatori) sono aumentati a 173 milioni visti gli ingressi di De Ligt, Ramsey e Rabiot e la mancata partenza del Pipita Higuain.

Quantomai necessaria, perciò, la partenza del polemico Emre Can a gennaio destinazione Dortmund. L'aumento di capitale da 300 milioni ha «salvato» il patrimonio netto contenendo l'indebitamento a 326 milioni. Insomma, avere CR7 in squadra non salva da una retrocessione. Almeno a Piazza Affari.

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