Cronache

"Con me fino alla morte". Arrestato il fidanzato di Kristina morta nel 2019

La trentenne era stata trovata morta in casa e la colpa era stata data a un malore. Ieri è stato arrestato l'ex fidanzato. Gli sms prima del delitto: "Ti spacco la testa"

"Con me fino alla morte". Arrestato il fidanzato di Kristina morta nel 2019

Sembrava destinato a diventare l'ennesimo cold case italiano. E invece, ieri pomeriggio, è stato arrestato il presunto assassino di Kristina Gallo, la trentenne trovata senza vita in casa nel marzo del 2019. Le circostanze sospette del decesso avevano indotto i familiari della vittima a contestare l'ipotesi della morte per "probabili cause naturali" fino ad ottenere la riapertura delle indagini. Gli elementi raccolti dagli investigatori proverebbero l'esistenza di una "relazione burrascosa" tra la ragazza e l'ex compagno (oggi 44enne). "Ti porto con me fino alla morte", scriveva l'indagato in un sms inviato alla donna nei mesi antecedenti al delitto.

I fatti

Kristina Gallo, 30 anni, fu ritrovata senza vita nel suo appartamento di via Andrea Faenza, a Bologna, il 25 marzo del 2019. Dai primi accertamenti cadaverici sembrava che la donna fosse morta per "probabili" cause naturali, circostanza che aveva indotto il giudice incaricato delle indagini preliminari a chiedere l'archiviazione del fascicolo per omicidio volontario. Una ipotesi a cui non avevano creduto i familiari della vittima ritenendo sospette le circostanze in cui era stato rinvenuto il cadavere (col corpo disteso a metà sotto il letto e con alcune tracce di dna maschile sotto le unghie). Così i genitori di Kristina, tramite l'avvocato Cesarina Mitaritonna, avevano fatto opposizione alla richiesta del giudice. Nel 2021 il gip Domenico Panza aveva ordinato la riapetura del caso e nuovi accertamenti cadaverici.

"Morte per strangolamento"

Gli esami autoptici hanno evidenziato che, in realtà, la 30enne sarebbe morta per "cause violente", verosimilmente per "asfissia meccanica" da strangolamento. Inoltre, sul cadavere c'erano segni di graffi ed escoriazioni compatibili con il contesto di una circostanza delittuosa. Una scena che è stata ricostruita in 3d da Ris consentendo di collocare il presunto assassino sul luogo del delitto. Il 44enne arrestato ieri, che era finito sin da subito nel registro degli indagati, si è sempre professato estraneo ai fatti. Ma sarebbe stato tradito dal una lunga serie di messaggi dal tono intimidatorio inviati alla vittima quando era ancora in vita.

Gli sms: "Un giorno ti apro la testa"

"Ti porto con me fino alla morte" avrebbe scritto l'uomo a Kristina quando lei gli aveva rivelato che non lo amava più. E ancora: "Queste parole le rimpiangerai, credimi" in risposta alla giovane che gli rinfacciava di aver "perso tre anni dietro un tossicodipendente". Poi le minacce nell'estate del 2018: "Un giorno ti apro la testa". Sono alcune delle frasi estrapolate dagli investigatori fra le 6.000 conversazioni intercorse fra Kristina e l'ex fidanzato. Secondo il giudice che ha firmato l'ordinanza di arresto per il 44enne, l'uomo aveva ridotto la ragazza "in uno stato di segregazione morale" per via della sua "smisurata gelosia". Al punto che l'avrebbe costretta ad abbandonare il posto di lavoro, privandola anche del telefono e del computer.

Il gip parla di "estrema pericolosità" dell'indagato, emersa sia per le condotte moleste e maltrattanti nei confronti della vittima, sia per il comportamento tenuto nel corso delle indagini, per dissimulare la sua presenza sulla scena del crimine.

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