Coronavirus

L’esorcismo contro la pandemia nella chiesa del Senese

Ad Abbadia San Salvatore, in Toscana, il parroco con un esorcismo scaccia il demonio: "Ho consacrato la comunità con un’orazione di Papa Leone XIII"

L’esorcismo contro la pandemia nella chiesa del Senese

Un appello a Dio per scacciare la pandemia da questa terra. Una preghiera. Un'invocazione che arriva da giorni lontani. "Vade retro coronavirus". È un vero e proprio esorcismo contro l’emergenza da Covid-19 quello realizzato da don Giampaolo Maria Riccardi, parroco della Santissima Abbazia del Salvatore ad Abbadia San Salvatore (Siena), ieri a mezzogiorno al termine della messa domenicale, a porte chiuse, ma trasmessa in diretta sui canali social.

"Nella domenica dedicata alla festa della Divina Misericordia - ha detto don Giampaolo secondo quanto riferito da La Nazione - ho voluto consacrare al cuore immacolato di Maria e di Gesù Cristo la comunità di Abbadia, facendo allo stesso momento una preghiera di esorcismo e di liberazione da tutte le potenze malefiche, pregando con una antichissima orazione antidiabolica di Papa Leone XIII. Una preghiera, per allontanare forze maligne in questa terribile nuova peste".

Don Giampaolo non è nuovo, specie in questi giorni di emergenza, a intensificare, preghiere e iniziative per la comunità che poi trasmette in diretta sui social. La preghiera è questa: "A bello, fame et peste libera nos Domine", che in italiano fa più o meno così: Dalla guerra, dalla fame, dalla peste, liberaci o Signore. È l’invocazione antichissima che la Chiesa per millenni ha usato per debellare le grandi sciagure e le calamità. Quei fatti terribili che da sempre si sono riversati sull’umanità come un flagello divino, tornano più che mai di attualità in questi giorni di emergenza sanitaria che vede il dilagare in tutto il mondo dell’epidemia Covid-19, latrice di lutti e malattie.

E se da parte di vescovi, preti e anche sindaci si ricorre a voti, suppliche e promesse, con esposizioni e processioni di immagini sacre, vale ancora la preghiera che si leva nella solenne liturgia del Venerdì Santo a Dio perché scacci ogni tipo di calamità, epidemie comprese. È quello che ha fatto don Giampaolo. Il rituale "Vade retro Satana", accompagnato dalla triplice benedizione impartita con il crocifisso verso i quattro punti cardinali della chiesa, è risuonato profondo e suggestivo, rimandando i presenti che seguivano in video a famose scene di film e racconti in stile gotico. Mentre il parroco invocava l’assistenza di tutti i santi le cui reliquie, vengono esposte come da tradizione badenga, il primo gennaio di ogni anno.

La popolazione segue con interesse e partecipazione. Da ricordare, nel periodo di Quaresima, la solitaria benedizione alle prime luci dell’alba a tutto il paese con un grande crocifisso penitenziale e poi il Santissimo Sacramento, posizionato ed esposto sui davanzali delle quattro finestre della chiesa. E ancora la consegna dell’olivo benedetto alle famiglie, distribuito dalla protezione civile con la boccetta d’acqua benedetta.

Fino alla grande preghiera ecumenica della Domenica delle Palme a cui ha partecipato un rappresentante della comunità islamica con lo scambio della Bibbia, del Corano e dell’olivo. La lotta contro il virus riparte anche da qui. Dalle sacre scritture.

Una Chiesa, quella del XXI secolo, che a porte chiuse, come chiede la scienza, prova a esorcizzare il male.

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