Cronache

"L’ho ucciso io…". La disperazione del bambino sull’auto che si è schiantato sull’asilo

Gli investigatori dovranno accertare perché quell'auto sia riuscita a muoversi da sola fino a schiantarsi contro l'asilo, uccidendo un bambino

"L’ho ucciso io…". La disperazione del bambino sull’auto che si è schiantato sull’asilo

Qualunque sia stata la dinamica di ciò che è accaduto mercoledì pomeriggio all'asilo de L'Aquila, difficilmente i presenti riusciranno a dimenticare quanto hanno visto. Ed è ancora più improbabile che ci riesca il ragazzino che in quel momento si trovava a bordo dell'auto impazzita che, per cause ancora da accertare, è scivolata lungo la discesa fino a schiantarsi contro la cancellata del cortile dove, in quel momento, i bambini si stavano godendo un pomeriggio di giochi. Oggi a L'Aquila si parla di "tragica fatalità", il sindaco della città ha dichiarato il lutto cittadino e cinque bambini lottano per salvarsi dopo l'impatto. Tommaso no, lui non ce l'ha fatta, è morto mentre l'ambulanza cercava di raggiungere l'ospedale più vicino. E lui, il ragazzino che non ha nemmeno 10 anni, lasciato solo in auto per qualche minuto da sua madre, non si dà pace.

"L’ho ucciso io, l’ho ucciso io", ha gridato il ragazzino. Un pianto inconsolabile, un pianto isterico, una crisi di nervi sopraggiunta davanti all'orrore di quanto ha visto accadere davanti ai suoi occhi, nell'impotenza di non poter fare nulla per evitare la tragedia. Non erano ancora le 15 e lui insieme a sua madre è andato a prendere il fratellino più piccolo all'asilo. Lui resta in auto, nello spiazzo che sovrasta l'asilo, raggiungibile percorrendo poche decine di metri di strada in discesa. La mamma scende, non ci vogliono che pochi minuti per tornare alla macchina. Ma in quella manciata di poche centinaia di secondi è successo qualcosa che gli investigatori devono ancora stabilire.

L'auto ha iniziato a muoversi in autonomia, imboccando quella discesa che, per il principio del piano inclinato, ha dato sempre più velocità alla vettura. Alcuni testimoni raccontano che il bambino si trovasse dal lato guidatore e che, in quegli attimi di disperazione, abbia anche cercato di sterzare. Se la vettura avesse anche solo sfiorato uno dei muri che costeggiano quella discesa, oggi staremmo raccontando una storia diversa. Avrebbe rallentato, probabilmente avrebbe avuto un'energia di impatto inferiore sulla cancellata. Invece no. Sono diverse le ipotesi al vaglio della procura de L'Aquila, tra queste anche quella che, per gioco, il ragazzino possa aver involontariamente manovrato il cambio, tanto da sfrenare l'auto. Ma non si esclude nemmeno sia rimasto disinserito il freno elettrico o che la vettura, a causa di un guasto, si sia sfrenata da sola. Solo gli accertamenti condotti sulla vettura e le testimonianze di chi ha assistito alla tragedia potranno dare risposte esaustive.

Nel frattempo, la proprietaria dell'auto è stata indagata per omicidio stradale e davanti all'asilo oggi sono comparsi fiori, peluche e qualche letterina.

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