Elisa ha vissuto sedici anni. E per diciassette è rimasta dispersa. Ossia è stata desaparecida per più anni di quelli che è stata al mondo. Elisa è Elisa Claps, la studentessa potentina della quale si sono perse le tracce il 12 settembre 1993. Il suo corpo è stato ritrovato il 17 marzo 2010, nel luogo dove aveva detto di andare. Il sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Ed è proprio questo l’aspetto più inquietante. Allucinante. Incomprensibile. Sconcertante. Odioso. Insopportabile. Diciassette anni per scoprire una verità che era sotto gli occhi di tutti. Elisa lascia l’amica Eliana, per allontanarsi con Danilo Restivo, che sostiene di doverle consegnare un regalo. I due raggiungono la mansarda della canonica, dalla quale più tardi esce solo Danilo. Di Elisa non si sa nulla. L’amica Eliana aspetta invano all’appuntamento, intorno a mezzogiorno, per raggiungere con la compagna di scuola la casa di campagna di quest’ultima. Ma serviranno 17 anni per trovare, in quel sottotetto, il corpo senza vita di una giovane, uccisa quella stessa mattina. E altrettanto tempo servirà per assicurare alla giustizia lo stesso Danilo che, nel frattempo, in Inghilterra, si è reso colpevole di un altro delitto.
Insomma dinamica e colpevoli scontati, ma perché la verità venga alla luce occorrono più di tre lustri. Su questo paradosso inaccettabile è costruito il volume “Elisa tra cielo e terra” (Luigi Pellegrini editore, pp. 182, euro 15) di Assunta Basentini e Cristiana Coviello che rendono un lusinghiero omaggio a questa ragazza, finita vittima di un bruto, che con la scusa di un regalo, voleva offrirle il proprio amore, ma vistosi rifiutato, l’ha uccisa. Il libro è un’opera unica nel suo genere. Non è un romanzo. Non è un’inchiesta. Non è un adattamento teatrale. Non è una sceneggiatura. Non è giornalismo. E’ memoria. E’ tributo. E’ delusione. E’ scoramento. Perché dire che Elisa non meritava la fine che ha fatto è talmente ovvio da risultare irritante. Ma pensare che Elisa sia stata assassinata in una chiesa e lì sia rimasta per 17 anni mentre tutti azzardavano le ipotesi più assurde o si ascoltavano le testimonianze più incredibili, talvolta ritrattate dopo poche ore dagli stessi presunti teste, ebbene tutto questo è sconcertante perché trasmette, nell’italiano medio, una sensazione di abbandono. Perché chiunque potrebbe essere un’altra piccola Elisa. Perché in fondo le soluzioni più semplici sono quelle cui è più arduo arrivare, forse perché troppo scontate. Troppo ovvie. Troppo probabili. Troppo vere. Per essere. Vere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.