«Quando si parla dell'aborto ci sono tre diritti in competizione tra di loro. Il diritto della donna a non essere sacrificata nella cura dei figli che non vuole, il diritto della società a esercitare il controllo delle nascite e il diritto fondamentale del concepito Un diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere». A dirlo in un'intervista al Corriere della sera circa trent'anni fa non è un intellettuale cattolico che oggi la sinistra considererebbe un oscurantista ma il padre del pensiero laico e di sinistra, Norberto Bobbio. Che allora si stupiva della disonestà intellettuale di chi contestava la sua idea dicendosene stupito: «Vorrei chiedere quale sorpresa ci può essere nel fatto che un laico consideri come valido in senso assoluto, come un imperativo categorico, il non uccidere. E mi stupisco a mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l'onore di affermare che non si deve uccidere».
L'interruzione volontaria della gravidanza non è un mezzo per il controllo delle nascite, lo dice la stessa legge 194, la cui revisione oggi è quantomai inevitabile, e non certo perché lo dice il leader della Lega Matteo Salvini ma perché è radicalmente cambiato il contesto sociale in cui viviamo. È divertente leggere che le battaglie civili per sdoganare unioni gay e utero in affitto facciano leva sullo stesso principio, quello di una realtà che cambia. Da trent'anni la sinistra usa il corpo della donna come campo di battaglia per qualche voto in più. «Giù le mani dalle donne», sibila il leader Pd Nicola Zingaretti, ma qui la questione è quello che dentro le donne sta per nascere. Un grumo di cellule indifeso. Che oggi muore, ed è questo che maldestramente vuol dire l'ex ministro dell'Interno, non solo per chi usa l'aborto come mezzo di contraccezione ma anche perché molte donne non hanno i mezzi per portare avanti la gravidanza. Risorse e sostegni che la 194 prevede ma che non sono mai stati attuati.
Lo aveva capito bene Bobbio nella sua disamina: «Siccome l'aborto è diffuso e incontrollabile, lo Stato lo tollera e cerca di regolarlo per limitarne la dannosità». È la stessa logica di chi vuole legalizzare le droghe leggere perché è incapace di gestire il fenomeno. Solo che in ballo qui ci sono vite umane in un Paese che si sta autodistruggendo. «Ogni figlio che un tempo nasceva, essendo garanzia di vita, era benedetto: ogni figlio che invece nasce oggi, è un contributo all'autodistruzione dell'umanità, e quindi è maledetto», scrisse poco prima di morire un altro eretico che la sinistra si è sospettosamente dimenticata, Pier Paolo Pasolini. Con il sì all'aborto si dà ragione al neofascismo capitalista che «a una coppia creatrice proletaria preferisce una coppia consumatrice piccolo borghese» in cui la libertà sessuale diventa «una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore».
Secondo l'intellettuale, morto pochi mesi dopo l'articolo, la 194 è stata l'anticamera della «tragedia demografica, che, in un orizzonte ecologico, si presenta come la più grave minaccia alla sopravvivenza dell'umanità». Ma non ditelo a Zingaretti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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