Lady Fanfani, la donna che svecchiò i democristiani

Lady Fanfani, la donna che svecchiò i democristiani

Fu lei che trasformò una Democrazia cristiana da sacrestia fatta di pie donne devote al mese mariano, in un partito chic anche se sempre strenuamente cattolico ed elegante, rivolto al mondo e alla mondanità. Pochi ricordano la tremenda e - che Dio l'abbia in gloria - Biancarosa Fanfani, la prima moglie di Amintore l'aretino, intrigante e impicciona che mise il marito in serie difficoltà sull'orlo della rovina politica con incaute interviste. Iddio la rivolle con sé e a lei seguì questa bella signora alta, capelli corti e grigi, naturalmente elegante, donna da convegni e da cocktail e presidentessa naturale nazionale e internazionale della Croce Rossa, ambasciatrice invisibile, manager della fortuna e anche della sfortuna del marito che era un uomo fantastico ma anche odiatissimo, in competizione con Aldo Moro quando entrambi venivano definiti i due «cavalli di razza» della Dc e Giulio Andreotti giocava ancora da attor giovane. Io, grazie a Maria Pia conosciuta in qualche occasione ufficiale, diventai amico di Amintore ormai all'ultimo stadio: ancora pienamente in sé, pittore astratto sulfureo dalle tinte fra l'indaco e il viola insanguinato, con le sue vele trapezie solcanti il nulla e le oleografie marziane e non priva di fascino (dovrei averne un paio ancora in giro per casa).

Maria Pia Tavazzani, vedova Fanfani, marciava per il secolo, ma la morte le ha raccorciato la corsa di tre anni. Grazie a lei Amintore mi prese in simpatia e mi chiamava «Oh Barbarossa! hi che tu fai? Perché non mi vieni a trovare?». E attaccavamo certe conversazioni astruse storiche o bislacche che non finivano mai. Lei, Maria Pia, era come uno di quei bei cani eleganti nei quadri del Tiepolo, un po' levriere e un po' spirito del mondo, apprensiva, sottile, vigilante, provvidente, engagé, mondana con gli arcipreti ma gaudente con i comunisti da salotto, di buona educazione e famiglia, ma non bacchettona, non baciapile come erano in genere tutte le democristiane di partito, o martiri o staffette partigiane in bicicletta, donne culone con nei pelosi, modello di riferimento la Signora Carlomagno del disegnatore satirico romano, surrealista e iperrealista Jacovitti, una donna anziana e terribile energumena che sapeva mettere a terra ogni peso massimo tipo Brutus.

A differenza della signora Carlomagno, Maria Pia Tavazzani nata a Pavia nel 1922 anno della marcia su Roma era nata elegante e austeramente sexy ma quasi monacale se non fosse stato per la sua voglia di recuperare i privilegi dell'identità femminile anche all'interno della sacrestia democristiana che sapeva di calzettoni infeltriti, figure asessuate oppure sessuate nei momenti sbagliati. Lei invece era bella, charmant, e dominante come un'educatrice severa dai tacchi a spillo sul piccolo baffuto Amintore, l'unico che ancora portasse dei baffi quadrati alla Hitler. Amintore era stato un uomo piccolo e mentalmente ardito, quasi violento, la sua opposizione al divorzio e poi all'aborto, era stata epica e a suo modo eroica, distrutta dalla famosa vignetta di Giorgio Forattini che lo dipinse sul tappo saltato di una bottiglia di champagne dei divorzisti. Lei era un'ottima fotografa indipendente, una super volontaria di ogni causa umana, ciò che la portò non soltanto alla vetta della Croce Rossa, ma anche della Mezzaluna Rossa che sarebbe quella musulmana.

Onu e viaggi all'estero, cocktails e ambasciatori, salotti cene e aperitivi, quello era il mondo in cui tesseva le sue relazioni tutte utili al suo potente marito già più volte presidente del Consiglio. Amintore era stato uno dei fascistissimi dell'era fascista e si era spinto molto oltre la soglia del comprensibile e tollerabile con articoli di genere razzista che non smisero di perseguitarlo. Basso, diventò famoso anche per la pedana di libri che gli misero sotto i piedi durante un comizio e che poi crollò mettendolo a disagio, come quando un finto fan venne per baciarlo a un tavolo ufficiale per prenderlo per le orecchie e tirandogliele facendogli sbarrare gli occhi davanti ai fotografi. Era di casa a Ginevra dove svolge la sua opera di crocerossina, ma più che altro rappresentò il porto sicuro del vecchio democristiano che aveva lambito il potere assoluto, mancandolo del tutto.

Fanfani fu un rivoluzionario sindacalista anticomunista ma di sinistra, amico di La Pira e di tutta la sinistra Dc, fu un uomo assolutamente di destra, reazionario e felice di esserlo.

Quando mi raccontava la sua storia negli ultimi anni della sua vita, Maria Pia veniva a portarci bicchieri di analcolici con patatine e lui diceva: «Oh rosso! è lei che m'ha salvato, e tu lo sai». Io non sapevo ma annuivo gravemente, Maria Pia spariva con i bicchieri e tornava nel cuore della festa tra preti e arcipreti, vescovi e ambasciatori.

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