Coronavirus

L'affondo di Clementi: "Coprifuoco? Problema politico, non sanitario"

Il direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele non usa giri di parole: "Questa storia del coprifuoco alle 22 deve finire"

L'affondo di Clementi: "Coprifuoco? Problema politico, non sanitario"

Dopo i primi segnali di una parziale riapertura del paese, la questione più spinosa resta, in vista dei mesi più caldi ormai in arrivo, quella del coprifuoco. Sono sempre più numerosi, infatti, i politici ad insistere sulla necessità di rimuovere completamente tale limitazione, con lo scopo in primis di non ostacolare la stagione turistica.

La proposta di abolire il coprifuoco, arrivata tra gli altri da Salvini e Renzi, ha trovato tuttavia la strenua opposizione di alcuni virologi: tra i più accaniti sostenitori della misura, che se non dovessero intervenire modifiche rimarrà tale fino al prossimo 31 luglio, il direttore del reparto Malattie infettive del Sacco di Milano Massimo Galli ed il direttore del dipartimento di Microbiologia dell'Università di Padova Andrea Crisanti.

La posizione di Massimo Clementi

Una voce fuori dal coro degli oltranzisti è rappresentata dal professor Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'ospedale San Raffaele di Milano e docente all'Università Vita-Salute, che parla senza mezzi termini di un problema di carattere politico piuttosto che di natura squisitamente sanitaria. "Quello del coprifuoco è un problema più 'politico' che virologico", spiega il professore, "perché i virus non girano di notte, tra le 22 e le 23 più che in altre ore. È dunque una questione più di valutazione politica ed economica, perché vediamo che alcune categorie sono fortemente penalizzate. Sebbene qualche mio collega virologo ritenga che questa sia e debba essere una battaglia di trincea, io invece non ritengo il coprifuoco una cosa così importante", aggiunge.

"Questa è la mia opinione che si basa sul alcune considerazioni personali dell'andamento dell'epidemia", precisa ancora il dottor Clementi all'AdnKronos, "non ritengo il coprifuoco importante per vincere la battaglia contro il virus, che si vince invece con i vaccini e il rispetto di alcune regole fondamentali. Non con discorsi su un'ora in più o in meno".

È quindi necessario portare nuovamente l'attenzione sulla pesante crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, e far ripartire appieno l'attività dei locali: "Quindi mi viene da dire: facciamo lavorare i ristoratori con un turno in più, facciamo uscire le persone rispettose delle regole un'ora in più e basta".

Quando si tocca il tasto del "coprifuoco" salta sempre fuori il tema dei presunti dati scientifici che chiarirebbero la necessità dell'adozione di questo provvedimento, ma il professore resta decisamente perplesso a riguardo. "Io non riesco a vederli questi dati scientifici che dicono che un'ora in più fa la differenza", aggiunge Clementi. "Nel momento in cui ci avviciniamo all'estate e ci troviamo nella situazione di dover riaprire, sempre con alcune regole caposaldo che devono essere senz'altro mantenute, questa storia del coprifuoco alle 22 deve finire".

Dopotutto risulta abbastanza evidente il calo del numero di contagi, puntualizza il professore. Un decremento "che in parte è dovuto alle misure prese in precedenza, ma anche alla particolare stagione verso cui ci avviamo". Certo non cambierà tutto dall'oggi al domani: "Qualche ritorno fiamma ci potrà essere, riaprendo scuole, sport e quant'altro. Ma spero e credo sia gestibile", si auspica Clementi, "soprattutto per come stanno andando le vaccinazioni anti-Covid.

Sulla campagna di immunizzazione sono molto positivo, perché sta procedendo veramente molto bene", conclude.

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