L'agente sospeso per un video ora rischia il processo penale

Il migrante ringrazia la polizia: "Mi hanno salvato la vita". Ma ora l'agente sospeso rischia un processo penale. La difesa ricorre al Tar contro la sospensione

L'agente sospeso per un video ora rischia il processo penale

Il video incriminato è finito sul tavolo della magistratura di Torino. Non che la procura proceda con un'azione legale nei cronfronti del poliziotto, ma il richio c'è. E così l'agente (sospeso) che una settimana fa ha salvato la vita ad un richiedente asilo che stava viaggiando in bicicletta sull'autostrada Torino-Bardonecchia, dopo essere stato sospeso dal servizio, essersi visto decurtare lo stipendio ed essere finito nel vortice delle polemiche, ora potrebbe ritrovarsi indagato in un processo penale.

Agente sospeso per un video

La vicenda è ormai nota. Una settimana fa una pattuglia della polizia stradale vede un migrante pedalare allegramente in autostrada. Uno degli agentilo riprende, fa alcuni commenti negativi rivolti a Laura Boldrini e lo invia agli amici via whatsapp. Poi il filmato finisce su Facebook e esplode la polemica. Oggi però viene a gall la versione dei migrante, che non accusa il poliziotto ma anzi ringrazia gli agenti per "avermi salvato la vita". "La polizia mi ha salvato la vita. Io pensavo di aver imboccato la statale come faccio sempre", dice Moussa Qattara, 19enne ivoriano ospitato da una comunità a Sant'Ambrogio.

"I vigili sono stati gentili con me e mi hanno accompagnato al sicuro - ha detto il giovane a Repubblica - Quando mi sono reso conto del pericolo che ho corso ho avuto davvero paura".

I difensori del poliziotto, padre di tre figli, hanno già deciso di fare ricorso al Tar contro la sospensione. Ieri i colleghi del sindacato Sap avevano dato il via ad una raccolta fondi e il Coisp ha invece indetto una pedalata di solidarietà.

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