L'allarme arriva da Medici Senza Frontiere, una delle maggiori ong del settore medico: gran parte degli immigrati che lasciano le coste libiche alla volta della Sicilia hanno vissuto in "condizioni igieniche molto precarie", con diversi casi di malattie "tipo scabbia".
Commentando i tre sbarchi e le 530 persone arrivate a Pozzallo, nel Ragusano, tra domenica e lunedì, la coordinatrice per la Sicilia di Medici Senza Frontiere, Chiara Montaldo, spiega: "Sono tutti adulti, in maggioranza uomini, alcune donne e un solo bambino con la mamma - racconta -. Abbiamo riscontrato che sono tutti subsahariani e che le condizioni generali di salute erano discrete. Però il dato che emergeva da tutti è quello di violenze subite, tantissime in carcere libico. L'80-90% ci ha riferito di essere stato in carcere per diversi mesi e hanno dolori, lesioni traumatiche, e malattie tipo scabbia che è sintomo di condizioni igieniche molto precarie".
La Montaldo si trova sull'isola da più di un anno e da inizio mese presta servizio nel centro d'accoglienza di Pozzallo. La coordinatrice di Medici senza frontiere per la Sicilia denuncia le gravissime condizioni in cui i profughi raggiungono l'isola parlando di "violenze traumatiche subìte dentro e fuori dal carcere": "Noi come medici ed infermieri - racconta - siamo testimoni diretti e cerchiamo di essere la voce di queste persone che arrivano."
Poi azzarda qualche previsione per il futuro. E lo sguardo, purtroppo, non è ottimista: "Già prima dell'ulteriore degrado della situazione libica ci aspettavamo un ulteriore aumento dei flussi.
Adesso, con questi sviluppi, gli sbarchi sono destinati ad aumentare sulle coste della Sicilia, della Calabria e della Puglia". Con qualche considerazione anche sulle operazioni di salvataggio: "Le operazioni di salvataggio vanno sicuramente intensificate, anche se certo non è la soluzione a lungo termine".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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