Coronavirus

L'allarme di un'infermiera: "Potrei essere contagiosa e infettare qualcuno"

La situazione caotica di Codogno: "Incubazione non rispettata, 4 turni di fila e abbandono. Così noi stiamo implodendo"

L'allarme di un'infermiera: "Potrei essere contagiosa e infettare qualcuno"

"Il problema è che potrebbe trattarsi di un falso negativo. Io potrei essere contagiosa e infettare qualcuno". Questo l'avvertimento lanciato da un'infermiera del nosocomio di Codogno, considerato il focolaio del Coronavirus che sta praticamente immobilizzando il Nord. La donna da giovedì è restata in casa poiché è stata in contatto con tre persone contagiate dal Covid-19: domenica si è sottoposta al tampone e se risulterà negativa dovrà tornare in corsia. Lei lavora in pronto soccorso e ha svelato dei particolari che lasciano a desiderare: "Un collega in servizio quel giorno (giovedì, ndr) ora è ricoverato tra gli infettivi a Piacenza. Almeno 4 persone passate tra le sue barelle solo quel giorno sono risultate contagiate. Un ragazzo era stato rimandato a casa perché sembrava avesse un’influenza. Poi è tornato perché era peggiorato ed era stato trovato positivo. Lo stesso giorno è arrivato un anziano e anche lui poi è risultato malato".

Fino a giovedì però non era stata prefigurata l'emergenza, ma il giorno successivo hanno chiuso il pronto soccorso. Da quel momento la signora è a casa: "Non ho voluto vedere nessuno per non mettere in pericolo altre persone. Ieri (domenica, ndr), mi hanno chiamato per il tampone".

Caos a Codogno

L'infermiera, nella confessione rilasciata a Il Fatto Quotidiano, ha praticamente fatto capire che stanno richiamando al lavoro gli operatori: "Ci avevano detto che avremmo dovuto rispettare i 14 giorni di incubazione come prevedono le direttive ministeriali per chi è stato a stretto contatto con i pazienti". Ma evidentemente qualcosa potrebbe essere cambiato. L'attenzione resta alta, perché potrebbe esserci un falso negativo o un'incubazione più lunga. E sarebbe già capitato a un suo collega: "Il primo test fatto con il tampone era negativo, il secondo lo ha fatto perché aveva 40 di febbre ed è risultato positivo". Perciò se dovesse verificarsi anche nel suo caso potrebbe essere "un veicolo di infezione" ma potrebbe scoprirlo "solo dopo aver lavorato in mezzo ai pazienti".

Una delle ipotesi che circola nei corridoi è che il richiamo al lavoro sarebbe dettata dalla mancanza di personale, visto che decine di operatori sono in quarantena. La donna ha riferito che l'ospedale di Codogno è "da sempre lasciato un po’ a se stesso". E a suo giudizio è ancora abbandonato nonostante l'emergenza: "Da venerdì lei ha più sentito parlare dell’ospedale oltre che come fulcro dell’epidemia?". In tutto ciò le condizioni lavorative desterebbero preoccupazione: "I colleghi del reparto di medicina hanno fatto 4 turni di fila, senza che nessuno desse loro il cambio di notte né di pomeriggio. E per legge non possiamo lasciare il reparto se non c’è qualcuno che ci sostituisce. Nessuno sta aiutando Codogno.

Stiamo implodendo".

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