Coronavirus

L'analisi della curva dei decessi: "Potrebbe toccare la tripla cifra"

La previsione dell'epidemiologo Patrizio Pezzotti: "La curva dei decessi salirà ancora. Tra due settimane potrebbe toccare la tripla cifra". E, intanto, aumentano anche i ricoverati in ospedale e quelli in terapia intensiva

L'analisi della curva dei decessi: "Potrebbe toccare la tripla cifra"

Da 14 a 39, fino a 41. I numeri legati ai decessi di pazienti malati di Covid-19 sono in continua crescita. Dai primi del mese, infatti, la curva ha iniziato una risalita sempre più rapida che, tra un paio di settimane potrebbe raggiungere anche i cento morti al giorno.

A rivelarlo alla Stampa è stato Patrizio Pezzotti, epidemiologo dell'Iss incaricato di stilare un rapporto mensile sulla mortalità da nuovo coronavirus. "Tra la comparsa dei sintomi e il decesso trascorrono mediamente due settimane- spiega l'esperto-perciò le oltre 40 vittime che contiamo oggi sono quelle che si sono ammalate quando avevamo poco più di 1600 contagi al giorno". Adesso che i contagi sono quasi 6mila in 24 ore, "la curva dei decessi tra un paio di settimane è destinata a sfiorare le tre cifre". Secondo i dati del bollettino pubblicato ieri dal Ministero della Salute, infatti, in un giorno si sono registrati 5.901 casi positivi e 41 decessi (solo lunedì erano 39 e domenica 26).

A questi numeri si affiancano quelli relativi ai ricoveri in terapia intensiva e nei reparti di medicina: ieri, i ricoveri sono saliti rispettivamente di 62 e 255 pazienti, portando i posti letto occupati a 514 e 5.076. Dati a cui bisogna prestare attenzione, per evitare che il sistema ospedaliero collassi. Sul versante dei reparti Covid di degenza ordinaria, "in alcune aree c'è già sofferenza". "Oggi, con 5mila contagi al giorno di cui una trentina finisce in terapia intensiva- ha spiegato all'Agi Carlo Palermo, segretario dell'Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri- potremmo reggere 5 o 6 mesi". Ma se la situazione dovesse peggiorare, passando da 60 a 90 persone in più al giorno ricoverate in terapia intensiva vorrebbe dire "avere 2-3mila casi gravi in più al mese. Tenendo conto che oggi i posti letto sono in tutto 6.500, e sono per tutte le patologie non solo per il Covid, si rischia la saturazione in due mesi". Anche se, ricorda Palermo, "è in corso l'implementazione dei posti letto di terapia intensiva, 3.500 in più". Rimane, però, il problema del personale mancante per gestire quei posti letto in più.

E se i reparti di rianimazione tornassero a riempirsi, potremmo contare ancora più decessi. "Noi richiamo di avere una mortalità più alta- ha messo in guardia il virologo Andrea Crisanti- perché se nel nord Europa gli anziani vivono per conto proprio, in Italia restano spesso in famiglia. Dove però avviene oltre il 70% dei contagi". Per questo, le misure del nuovo Dpcm mirano a proteggere le fasce più deboli della popolazione, come gli anziani, sconsigliando raduni familiari e tra amici. Per scongiurare l'infezione, spiega infine il virologo, bisogna puntare sui tamponi: "Fare 300/400mila tamponi è ancora una cosa realistica se si fa un investimento giusto, nel giro di due o tre mesi si può arrivare a questa capacità.

In assenza di vaccino e terapia l'unico modo efficace per spegnere la trasmissione è fare test".

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