La stretta del Papa: lascia il capo di Comunione e Liberazione

Comunione e Liberazione avrà un nuovo presidente. Don Carron lascia la guida del movimento dopo più di quindi anni. La decisione è del Papa

La stretta del Papa: lascia il capo di Comunione e Liberazione

Don Julian Carron, successore di don Luigi Giussani come vertice di Comunione e Liberazione, ha lasciato l'incarico che ricopriva.

Cl sarà dunque chiamata a scegliersi una nuova guida, dopo pù di un quindicennio segnato dalla presidenza dal teologo e presbitero spagnolo. La novità era ventilata da qualche tempo, soprattutto per via delle nuove disposizioni di papa Francesco sui "capi" dei movimenti ecclesiasi. Jorge Mario Bergoglio, attraverso un decreto ufficiale, ha deciso di mettere la parola "fine" sul prolungamento senza limiti temporali dei mandati dei presidenti delle varie realtà movimentiste.

Qualche eccezione, a dire il vero, ha riguardato i fondatori. Ma comunque la nuova normativa di papa Francesco ha previsto dei paletti:"Trascorso il limite massimo di dieci anni, la rielezione è possibile solo dopo una vacanza di un mandato", si legge nel testo della legge. Cioè, al netto delle persone che hanno dato vita ad una realtà, chiunque ha l'obbligo di fare quantomeno una pausa. Don Carron, nel suo arrivederci, si è riferito proprio alle decisioni del pontefice argentino: "Cari amici, in questo momento così delicato della vita del movimento, ho deciso di presentare le mie dimissioni da presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, per favorire che il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal Santo Padre si svolga con la libertà che tale processo richiede", ha premesso.

Comunione e Liberazione ha impiegato qualche tempo per recepire le istanze provenienti dal Vaticano. Il decreto - come spiegato pure dalla Lapresse - sarebbe entrato in vigore da ben più di un mese (a settembre) ed avrebbe peraltro una natura giuridica vincolante. E non è un caso che il passo indietro di don Carron sia stato preceduto da più di qualche polemica e da quelli che sembrerebbero incidenti di percorso, come la mancata partecipazione dell'ex presidente di Cl ad un'udienza papale. Adesso la scelta è stata compiuta e c'è una certa curiosità tesa a scoprire chi potrà sostituire il consacrato che aveva raccolto l'eredità spirituale di don Giussani.

Per ora di nomi non se ne fanno, ma è possibile che Cl punti sulla linea della discontinuità rispetto al suo ultimo presidente. In relazione a questa vicenda, vale anche la pena sottolineare come Jorge Mario Bergoglio avesse optato per il commissariamento dei Memores domini, ossia di un'associazione laicale che fa comunque riferimento a Comunione e Liberazione. Sono due vicende separate, ma in qualche modo concatenate. Ma quali e quante realtà potrebbero essere coinvolte dalle disposizioni del successore di Pietro sui mandati a termine?

Ad oggi non è semplice rispondere a questo quesito.

Il caso più eclatante, secondo le aspettative, avrebbe dovuto riguardare proprio Cl, il movimento che si appresta in fin dei conti a cambiare "guida". Molte altre realtà, del resto, sono ancora presiedute dai loro fondatori.

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