Cali il sipario sui no green pass

Sempre la stessa solfa: i giornalisti che provano a raccontare e a fare domande vengono insultati e aggrediti. È l'ora di dire basta

Cali il sipario sui no green pass

Oscuriamoli. Tanto non c'è nulla da raccontare. O meglio, ci sono sempre le stesse cose.

Da mesi ormai va in scena il solito teatrino: i no green pass si riuniscono in una piazza e i giornalisti, che provano a dar loro voce e che fanno domande, vengono insultati, accerchiati, aggrediti e menati. E allora basta. Non sprechiamo tempo, risorse ed energie, non ne vale la pena. Il refrain tanto è sempre lo stesso: per loro il coronavirus non esiste, le mascherine sono carta straccia, è tutto un complotto dei poteri forti per sterminare la popolazione, è solo una banale influenza, i vaccini contengono grafene, i cronisti sono schiavi delle lobby e via dicendo. Lasciamoli scendere in piazza dunque, soli, senza un briciolo di visibilità. Non la meritano e neanche la desiderano. Perché loro non si informano attraverso i canali tradizionali, perché per loro i mass media sono anch'essi parte del sistema. E allora che senso ha far rischiare la pelle a un reporter per raccontare una sceneggiatura arcinota? Nessuno.

Il caso di Selvaggia Lucarelli è solo l'ultima punta di un iceberg ma è molto rappresentativo.

Al Circo Massimo ha incontrato e filmato di tutto: dall'insegnante di pugilato che le ha rifilato una testata (per fortuna colpendo solo il cellulare) al giovane che le segnalava le sue parti intime, da chi la spingeva o provava a toglierle il telefonino a chi la insultava e non voleva rispondere nel merito alle domande che le venivano poste. E allora si garantisse pure ai no vax la libertà di manifestare. A noi sia garantita quella di lasciarli marcire nelle piazze.

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