Per l'attico di Bertone la Fondazione Bambino Gesù rivuole indietro i soldi

Intanto prosegue il processo Vatileaks 2 e in Parlamento 103 deputati si schierano con Nuzzi e Fittipaldi

Per l'attico di Bertone la Fondazione Bambino Gesù rivuole indietro i soldi

"Se effettivamente le carte dicono che qualcosa è stato tolto certamente noi chiederemo tutti i danni, non soltanto quelli economici, ma anche i danni morali che l'ospedale ha subito". A chiedere la restituzione dei soldi usati per la ristrutturazione dell'attico del cartical Tarcisio Bertone è Mariella Enoc, presidente della Fondazione Bambino Gesù.

Secondo quanto riportato da Emiliano Fittipaldi nel suo libro "Avarizia", infatti, l'ex numero uno del Bambino Gesù, avrebbe finanziato con 200 mila euro quei lavori, rivendicandone anche pubblicamente l'utilità in quanto l'attico sarebbe stato usato per iniziative istituzionali e di raccolta fondi per i pazienti dell'ospedale. "Quando sono arrivata - ha spiegato Enoc - ho immediatamente pensato a riportare la Fondazione in evidenza, a darle valore, forse anche per la mia storia personale. Non conoscevo i problemi che sono emersi, quindi sono partita molto tranquillamente per fare un'operazione che ritenevo utile. Sono usciti i problemi, li stiamo con grande determinazione affrontando con la Santa Sede".

Sul fronte Vatileaks 2, intanto, ben 103 deputati dei vari schieramenti politici hanno espresso la loro solidarietà nei confronti dei giornalisti Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autore di "Via Crucis". Il deputato dei Conservatori Riformisti, Massimo Corsaro, ha persino chiesto l'intervento del governo: "Questo processo, che proietta lo Stato del Vaticano al tribunale della Santa Inquisizione con un salto all'indietro di 500 anni, non solo vìola l'articolo 21 della nostra Costituzione e l'articolo 111 sul giusto processo, ma vìola anche i trattati internazioni sottoscritti dall'Italia e dal Vaticano a cominciare da quello del 1929. Il che sarebbe già più che sufficiente per avviare un civile confronto tra i due Stati".

L'indagata Francesca Chaouqui, ritenuta di essere uno dei due "corvi" su Facebook si è prima lamentata con i giornalisti per la fuga di notizie riguardanti gli atti secretati del suo processo e poi, con un altro posto, si è difesa dalle accuse sui presunti sms hot spediti al monsignor Balda:"Per chi è preoccupato per la reputazione di mia cugina di 36 anni sappia che non esiste alcuna cugina con quel nome e quell'età come tutti i miei parenti su FB potranno confermare. Balda è un goliardico, un personaggio assolutamente fuori dall'immaginario di un comune sacerdote, uno che scherza con tutti, beve con gli amici, ride. Era una persona divertente ed allegra prima che litigassimo e che quella goliardia si trasformasse in cattiveria pura da parte sua. Con lui ogni tanto scappava la battuta, divertente, simpatica, irriverente.

In primavera andó in Calabria per visitare un centro accoglienza che il mio padre spirituale gestisce in un paese accanto al mio: fra una cosa e l'altra mentre era giù, lo prendevo in giro. Tanto per farvi capire il prete era con la madre di 82 anni che andó a far visita alla mia. Altro che cugine!!!".

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