L'Audi e quei lavoratori schiavi nei lager nazisti

Secondo uno studio commissionato dalla casa automobilistica, Auto Union, antenata di Audi, avrebbe impiegato decine di migliaia di prigionieri dei lager nelle proprie fabbriche

L'Audi e quei lavoratori schiavi nei lager nazisti

Uno studio choccante: prigionieri dei campi di concentramento nazisti sarebbero stati costretti a lavorare come schiavi negli impianti di Auto Union, l'antenata dell'attuale Audi. Lo rivela una ricerca commissionata dalla stessa casa automobilistica tedesca e pubblicata oggi.

Richard Bruhn, unanimemente ritenuto il 'padre di Auto Union' sarebbe stato responsabile, grazie alle sue connessioni con i vertici del regime nazista, di uno sfruttamento su larga scala dei prigionieri detenuti nei lager. Secondo lo studio commissionato dall'Audi sarebbero addirittura sette i campi controllati dalle SS dedicati al servizio di Auto Union, per un totale di 3700 prigionieri coinvolti. Altri 16.500 lavoratori schiavi, inoltre, sarebbero stati impiegati nelle due fabbriche di Zwickau e Chemintz, nella regione tedesca della Sassonia.

Secondo gli storici Martin Kukowski e Rudolf Boch, supervisori del progetto, Auto Union sarebbe pertanto "moralmente responsabile" della morte di circa 4.500 prigionieri detenuti nei lager.

In Germania le reazioni sono state di grande indignazione: il sindaco di

Ingolstadt, città-patria di Audi, ha comunicato che intende ribattezzare la via intitolata a Bruhn, mentre la stessa Audi si è detta disponibile a risarcire eventuali superstiti ai campi di concentramento legati ad Auto Union.

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