Cronache

"Voglio dormire". La prova generale, Laura Ziliani e i depistaggi del trio hot

Al vaglio degli inquirenti la cena di pesce tra Laura Ziliani, le figlie e il genero: le sono state somministrate allora delle benzodiazepine?

"Voglio dormire". La prova generale, Laura Ziliani e i depistaggi del trio hot

Il trio hot ha sottoposto Laura Ziliani a una prova generale del suo omicidio? È la domanda che al momento si stanno ponendo gli inquirenti, dopo che l’autopsia ha stabilito che la vigilessa di Temù è stata stordita con un ansiolitico e poi soffocata con un cuscino.

I dubbi, ricostruiti a “Quarto Grado”, ricadono in particolare su una cena di pesce organizzata con le figlie Silvia e Paola Zani e con Mirto Milani, fidanzato della prima e presunto amante della seconda. Laura Ziliani è scomparsa il 9 maggio 2021 da Temù e il suo corpo è stato ritrovato l’8 agosto successivo. Accusati del suo omicidio sono le due figlie e Milani, attualmente in custodia: secondo gli inquirenti, i tre, al centro di un presunto triangolo hot, avrebbero ucciso la vigilessa per un movente economico, al fine di gestire il suo ingente patrimonio. Cosa sia accaduto davvero però sarà rivelato solo alla fine delle indagini, che portanno confermare o smentire le ipotesi.

La cena di pesce e le ipotesi

Il 16 aprile, prima di scomparire, Laura Ziliani ha partecipato a una cena di pesce con le figlie e il genero. Dopo di che ha dormito per ben 36 ore. Il primo a notare che qualcosa non andava è stato il compagno della vigilessa, al quale lei non risponde, come sempre invece fa, al messaggio della buonanotte.

Laura aveva assunto quel giorno un integratore al biancospino prima di avventurarsi in un’escursione in mattinata che le aveva messo un po’ di ansia: la donna riteneva che fosse quella la ragione del suo sonno prolungato e anche il compagno sulle prime ha temuto che fosse così. Dopo un consulto con un farmacista, entrambi hanno scoperto che quell’integratore era del tutto naturale e che avrebbe al massimo provocato sonnolenza mentre lei era in quota, non a 12 ore dall’assunzione. E nei capelli della vigilessa l’autopsia ha scorto tracce di benzodiazepine compatibili con il periodo in cui si è svolta la cena: per gli inquirenti potrebbe essere stata la prova generale dell’omicidio.

La testimonianza del compagno

Quando Laura non ha risposto al messaggio di buonanotte, il compagno, pur essendo in pensiero, non ha chiamato per non essere invadente: sapeva che la donna era con le figlie. Alle 12.27 del 17 aprile, l’uomo ha ricevuto un messaggio di buongiorno, seguito un minuto dopo da: “H9 somito tutta mattina”. “Son rimasto spiacevolmente stupito sia per questo fatto (cioè il fatto che la donna abbia dormito tanto, ndr) - ha commentato il compagno - e ancor più perché mi aveva mandato un messaggio pieno di errori. Credo che nel corso di tutta la nostra relazione non abbia mai sbagliato a scrivere un messaggio”.

Alle 15.50 l’uomo ha chiamato: Laura gli ha detto della cena, di essersi addormentata sul divano e di essere stata trasportata a letto dalle figlie che le avrebbero messo il pigiama. “Laura mi ha risposto di non sentirsi bene, di avere ancora sonno - ha aggiunto il compagno - Tenga presente che sarebbe dovuta scendere a Brescia il sabato, ma non era assolutamente in condizioni di stare in piedi, figuriamoci guidare”.

C’è stata tra i due un’altra telefonata alle 18.42: “Mi ha detto di essere ancora completamente intontita e di aver dormito anche nel pomeriggio. Alle 21.30 Laura mi ha inviato la buonanotte. Io le ho chiesto ancora come stesse. E lei ancora mi ha risposto testualmente: ‘Male… ho voglia solo di dormire’”. Quando successivamente l’uomo ha ipotizzato che Laura fosse stata avvelenata, lei si è arrabbiata.

Lo sfogo del sindaco

Intervistato da “Quarto Grado”, il primo cittadino di Temù Giuseppe Pasina è stato lapidario nei confronti delle sorelle Zani.

Se verrà confermato che sono state loro, hanno commesso una cosa inammissibile per la comunità di Temù”, ha detto, aggiungendo la richiesta “di avere almeno il coraggio di confessare di questa cosa che hanno fatto”.

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