Cronache

Renzi: "Scioperi senza motivi. Io mi preoccupo di fare lavorare la gente"

Il premier critica i sindacati: "In piazza più che contro tutti gli altri governi". E su Eternit: "Cambiare le regole della prescrizione"

Renzi: "Scioperi senza motivi. Io mi preoccupo di fare lavorare la gente"

È una dura risposta ai sindacati quella che il presidente del Consiglio dà a Rtl 102.5, dove questa mattina ha commentato la notizia dello sciopero generale annunciato da Cgil e Uil, senza il consenso della Cisl, che invece scenderà in piazza il primo dicembre per il pubblico impiego.

"Non mi preoccupo di far scioperare le persone, ma di farle lavorare - ha detto Renzi -. Anziché passare il tempo a inventarsi ragioni per fare scioperi, mi preoccupo di creare posti di lavoro perché c'è ancora tantissimo da fare".

Sulle ragioni degli scioperi si era espresso ieri anche il ministro del Lavoro, poi fischiato per la scelta di non partecipare a un incontro con la Uil. E il segretario generale della Cisl, in un'intervista a Repubblica, aveva detto che "non ci sono motivazioni valide per fermare il Paese", perché "il Jobs Act, in fondo, sta cambiando in meglio".

Il presidente del Consiglio critica gli scioperi delle ultime settimane, "più che contro tutti gli altri governi" e sostiene che a scendere in piazza sia anche chi "non ha mai scioperato in passato". Ma che in Italia ci sia "chi si rassegna e chi va avanti. Ma chi oggi continua a tenere duro sta ottenendo risultati".

Parole che piacciono poco a Susanna Camusso, che da Bologna ha replicato che le parole di Renzi sono "irrispettose dei sacrifici dei lavoratori" e aggiunto: "Ci piacerebbe che le cose nel Paese andassero bene, ma non è così".

Sul Jobs Act, Renzi è pronto a chiedere la fiducia, "se serve, ma non è detto che ce ne sia bisogno. A ieri sembrava di no". E nei primi trenta giorni dall'entrata in vigore della delega lavoro assicura che il governo sarà pronto con i decreti attuativi.

A Rtl, il premier ha parlato anche del processo Eternit, che ieri è arrivato a una svolta, con la prescrizione del reato in Cassazione.

Una vicenda simile, ha detto, "non è un reato e se è un reato ma prescritto, vuol dire che bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione".

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