"Michele Emiliano prima di pensare a diventare segretario del Pd o premier, pensi ai suoi cittadini che nel 2017 sono senza acqua corrente in casa e rischiano il colera". L'appello sembrerebbe fuori dal tempo, visto che pare inimmaginabile che in Italia ci siano ancora persone costrette a vivere senza acqua. Eppure nella Puglia di Vendola e di Emiliano, oltre 13mila famiglie ogni mese non sanno se potranno lavarsi la faccia la mattina o cucinare un piatto di pasta la sera.
Un problema di contatori, bollette e povertà. Quando sono state costruite le case popolari a Lecce, infatti, anziché inserire un contatore per ogni appartamento, i costruttori hanno ben pensato di metterne solo uno comune. Idea geniale. Dal 2006 con l'avvio dell'autogestione delle case popolari, a saldare il conto dell'acqua ci pensano i vari amministratori di condominio, dividendo i costi per le varie famiglie. Niente di strano. Peccato che alcuni inquilini non vogliano o non possano pagare, così - quando finiscono i soldi - gli amministratori non possono far altro che smettere di versare il dovuto ad Acquedotto Pugliese (Aqp). A quel punto la società che gestisce la distribuzione idrica sospende l'erogazione dell'acqua, lasciando a secco non solo i morosi, ma anche chi paga regolarmente le bollette.
"È una situazione paradossale - racconta Salvatore Zermo, del sindacato Uniat Uil - L'80% degli inquilini paga regolarmente, il 15% sono morosi incolpevoli perché con un reddito minimo e il restante 5% non paga perché non vuole. Per colpa di questi, e della gestione del servizio, oltre mille persone oggi sono senza acqua". A dir la verità i debiti con Aqp di Arca Sud, la società proprietaria delle case popolari, ammontano a 8,5 milioni di euro e la morosità interessa circa 800 posizioni contrattuali. "L'Ente dovrebbe anticipare le somme dei morosi- spiega Tommaso Prima, portavoce del Comitato Inquilini Case popolari di Lecce - ma da 7 anni non rispetta la legge, lasciando crescere così il debito con l'Acquedotto." Un problema economico, certo. Ma anche politico. Innanzitutto perché Arca Sud Salento è un Ente Pubblico il cui commissario straordinario è stato nominato da Michele Emiliano. "Il governatore ha pure il potere di imporre alla società la riapertura della distribuzione - aggiunge Prima - visto che è azionista di Acquedotto Pugliese".
Al momento invece l'ex sindaco di Bari pare più interessato alle beghe del Pd che ai problemi dei pugliesi. L'accusa mossagli dai sindacati è chiara: "Non ha fatto nulla. Esattamente come Vendola". I diretti interessati chiedono un incontro dal lontano 2013, ma solo ieri c'è stata una video-conferenza con un esponete della Giunta e la soluzione tarda ad arrivare. "L'acqua è un bene pubblico e fondamentale", attacca Cristian Benvenuto, dirigente regionale di Fratelli D'Italia. "Invitiamo la Regione Puglia e il governatore Emiliano a intervenire direttamente, poichè lasciare senza un bene primario centinaia di famiglia oltre che un problema fondamentale, potrebbe sfociare in un emergenza sanitaria". Attualmente sono oltre mille le persone investite dal blocco, ma i cittadini coinvolti salgono a 50mila. In passato il sindaco di Lecce ha emesso direttive ad hoc per sbloccare l'erogazione, ma dopo una settimana il decreto scade e tutto ricomincia daccapo.
L'Acquedotto apre i rubinetti in un palazzo e li chiude in un altro, seminando sconforto a macchia di leopardo e creando un circolo vizioso che va avanti da anni. "A rischiare maggiormente sono donne, anziani, disabili e bambini - denuncia Prima - Qui rischiamo il colera: chi abita al sesto piano non può nemmeno scaricare il wc".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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