Cronache

"Con la legge Salvini, Gesù non si sarebbe salvato"

Un parroco di Pistoia ha attaccato Salvini durante un'omelia. Se all'epoca di Gesù fosse esistito il Dl sicurezza - dice il prete - non si sarebbe salvato

"Con la legge Salvini, Gesù non si sarebbe salvato"

Don Paolo Tofani si è scagliato contro il Dl sicurezza promosso dal ministro Salvini, citando come esempio la vicenda storica di Gesù. L'ecclesiastico, che è incaricato in una cittadina del pistoiese, ha sostenuto durante un'omelia che, nel caso all'epoca fosse esistita una legge restrittiva in materia di migranti gestione dei fenomeni migratori, Cristo non si sarebbe potuto recare in Egitto.

"Ho detto - ha spiegato il prete, come si legge su La Nazione - che bisogna ricordarsi che la famiglia di Gesù fu costretta, visto l'infanticidio ordinato da Erode, a emigrare in Egitto, come ci dice il Vangelo. Ma non lo avrebbe potuto fare se ci fosse stata una legge sui migranti come c'è oggi in Italia". Se Matteo Salvini avesse amministrato la res publica al tempo del Salvatore, insomma, la vicenda cristiana avrebbe potuto avere un esito differente. La considerazione non è passata inosservata. I vertici della Lega toscana hanno in qualche modo domandato le scuse del consacrato, che non sembra affatto intenzionato a tornare sui suoi passi: "Ho parlato anche della legge Salvini - ha specificato - dicendo che è inutile fare il presepe e poi ostentare segni cristiani se poi quando ci inchiniamo alla grotta di Betlemme non viviamo quello che Gesù ci ha insegnato cioè l'accoglienza, l'amore, la misericordia, la disponibilità al servizio. I simboli - ha scandito - contano se c'è dietro una vita" .

Don Tofani non è certo il primo parroco che accusa il leader del Carroccio d'incoerenza. Qualcuno si ricoderà cosa accadde quando il vertice leghista mostrò un rosario durante una manifestazione. Una parte della Chiesa cattolica continua a mettere in evidenza la presunta incompatibilità tra quanto si trova scritto sul Nuovo Testamento e quanto sostenuto dai quelli che vengono chiamati "leader populisti", che si posizionerebbero in linea con i valori del cattolicesimo, non rispettandone tuttavia i dettami. Per il senatore Vescovi, però, quella del don rimane una frase sconcertante.

Il Natale sembra diventato un teatro di scontro tra certi ecclesiastici e gli esponenti sovranisti.

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