Il braccio di ferro tra Open Arms e Matteo Salvini si riaccende. Questa volta lo scontro non è per la richiesta di un porto sicuro, ma di fatto è per il destino giudiziario di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch fermata dopo l'attracco della sua nave a Lampedusa. I primi ad andare all'attacco sono proprio i membri dell'ong spagnola che commentando quanto sta accadendo in Italia twittano: "Il diritto internazionale può essere definito come il diritto della comunità degli Stati, quindi il diritto al di sopra di essi e di loro ordinamenti giuridici interni. Le Convenzioni internazionali sono nate proprio per arginare leggi nazionali razziste e fasciste". Un affondo in piena regola sul nostro Paese e sulle leggi che lo governano. E così arriva la risposta durissima di Matteo Salvini che avverte senza usare giri di parole Open Arms: "Ma come si permettono questi “signori”??? Che la Spagna se li prenda indietro, altrimenti (ovviamente con le buone maniere) ci penseremo noi!".
Intanto l'Ong spagnola è tornata in mare monitorando le traversate dalla Libia verso l'Europa. Proprio ieri Open Arms ha intercettato un barcone in avaria con circa 55 migranti a bordo. Dopo l'allarme è intervenuta la Guardia Costiera insieme alla Guardia di Finanza. Le motovedette hanno trasbordato i migranti e li hanno trasferiti nei porti di Lampedusa e di Pozzallo.
L'Open Arms però è rimasta a presidiare quel tratto di mare che separa proprio la Libia dall'Italia. Molto probabilmente nei prossimi giorni la tensione tra la ong spagnola e il Viminale potrebbe tornare a salire. Difficilmente la Open Arms dopo un salvataggio in mare farà rotta verso la Spagna...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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