Difficile immaginare un ministro più incompetente di Andrea Orlando, l'Orlando minore, non innamorato né furioso. E come se non ne bastassero le insensatezze che propone, va anche ricordato che era sostenitore del peggior sindaco d'Italia, tale Federici, promotore della famigerata piazza Verdi di La Spezia. Adesso si è attrezzato per il propagandistico obiettivo di promuovere una «legge contro la mafia in politica», oltre alle violente misure di prevenzione, le interdittive dei prefetti, gli scioglimenti dei Comuni per motivi moralistici o precauzionali. Leggi speciali in contrasto con l'attività della magistratura ordinaria.
Non c'è più Falcone, non c'è più Borsellino, né si può contare sui loro fanatici ed esaltati eredi, colmi di pregiudizi e ansiosi di fare carriera. Ed è saltata la regola aurea secondo la quale un buon magistrato con una cattiva legge può emettere una sentenza giusta e rispettosa dei diritti costituzionali. Mentre un cattivo magistrato con una buona legge può fare disastri.
Ancora l'invocazione di «strumenti nuovi per contrastare la mafia» Orlando, non pago dell'insensato processo Andreotti et similia, incrimina la politica a priori, affermando che «per essere impermeabili servono regole su partiti ed eloqui». Ce ne sono fin troppe, a partire dal grottesco «traffico di influenze». Qui, nonostante il referendum, a essere continuamente violata è la Costituzione. Ma Orlando non l'ha letta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.