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L'esecutivo assente e i due Matteo

L'esecutivo assente e i due Matteo

I numeri in Parlamento indicano provvisorietà, ma il collante del potere resta un brevetto insuperabile per fissare poltrone e strapuntini cigolanti. Vedrete, durerà il governo Conte bis, cominciano ad ammettere analisti, politici di sinistra miracolati e persino big del centrodestra pronti all'ennesima traversata del deserto.

Anche gli ultimi esecutivi si erano imposti di durare a lungo, poi si è visto com'è finita. L'unica differenza con la compagine giallorossa è la paradossale mancanza di un presente, fosse solo un orizzonte a breve raggio per tentare di guidare un Paese la cui maggioranza reale non si riconosce in un inciucio inimmaginabile M5s-Pd.

I presenti hanno per tradizione più ragione degli assenti, ma nel caso di Palazzo Chigi la realtà è ben diversa. Mentre Conte riparte con un cambio di maggioranza artificiale, l'attenzione si sposta all'esterno. Il perno non è più la sopravvivenza di Conte, ma quando torneranno in pianta stabile i due grandi panchinari di lusso della Repubblica, Matteo Salvini e Matteo Renzi. Nei futuri equilibri la ricomparsa dell'uno porterà inevitabilmente all'esclusione totale dell'altro. Ma entrambi sono pronti a riprendersi il Paese. E non ne fanno mistero.

Dal clamoroso harakiri di agosto Salvini non perde occasione per dire che tornerà non appena gli elettori verranno richiamati alle urne. Intanto Renzi gioca la partita opposta: proporsi come l'elemento di stabilizzazione di un governo nato per disintossicarsi dalla Lega dopo una stagione esagerata alla Steve McQueen. Con i due Matteo alla finestra, Conte appare davvero un grigio traghettatore predestinato a passare la campanella da presidente del Consiglio a un politico con una reale base popolare. L'opposto di un tecnico fabbricato in laboratorio per borghesizzare l'ascesa grillina e poi svuotare in strada l'ondata leghista.

Salvini e Renzi, incompatibili per natura e orientamento politico, sono in realtà accomunati da un destino da superare. Entrambi sono caduti nel momento più sorprendente, all'apice della popolarità e della presa sui rispettivi governi. E poi sono troppo giovani per ritirarsi e dedicarsi ad attività più lucrose. Ma, soprattutto, i due Matteo, non potranno puntare alla definitiva consacrazione della loro carriera politica come presidenti della Repubblica. Alla fatidica data del 2022, alla scadenza naturale di Mattarella, Salvini avrà 49 anni e Renzi 47: niente da fare per essere candidabili al Colle. Ecco perché il leader leghista e l'ex premier Pd giocheranno la loro grande partita per riprendere il volante che si sono fatti strappare di mano tra ingenuità ed errori di valutazione.

E intanto le trame del loro ritorno al futuro li rendono centrali tanto quanto un presidente del Consiglio iper raccomandato e cinicamente trasformista.

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