Cronache

"Il budino, i cartoni, poi l’ho colpita con forza": la confessione choc della mamma killer

Prima di morire, Elena Dal Pozzo ha guardato i cartoni e mangiato un budino. Poi le sette coltellate della madre hanno messo fine alla sua vita

"Il budino, i cartoni, poi l’ho colpita con forza": la confessione choc della mamma killer

La confessione di Martina Patti, la mamma della piccola Elena Del Pozzo, è arrivata a seguito di un lungo interrogatorio. Ha ammesso che non c'è stato nessun rapimento, nessun uomo incappucciato, nessuna banda armata, perché quella bambina di 5 anni per la quale si era mobilitato l'intero paese di Mascalucia, e non solo, l'aveva uccisa lei. "Quando ho colpito Elena avevo una forza che non avevo mai percepito prima. Non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma, ma ho un ricordo molto annebbiato", ha dichiarato la donna, secondo quanto riporta il Corriere della sera.

Martina Patti, 23enne studentessa di scienze infermieristiche, ha colpito sua figlia per sette volte al collo e alla schiena. Quel giorno, come del resto tutti gli altri, Elena aveva trascorso la mattinata e il pomeriggio all'asilo, dove aveva giocato con i suoi amichetti. "Quando ho preso mia figlia all’asilo siamo andate a casa mia. Elena ha voluto mangiare un budino poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare, io intanto stiravo. In serata saremmo dovute andare da un mio amico per il suo compleanno ed Elena era contenta. Poi siamo uscite per andare a casa di mia madre, ma poi ho rimosso tutto", ha detto agli inquirenti che l'hanno a lungo interrogata.

Secondo il pm, quella madre ha premeditato l'uccisione di sua figlia. Non si sarebbe trattato di un raptus. "Non ricordo se ho portato con me qualche oggetto da casa. All’incirca erano le 14.30, siamo andate nel campo che ho indicato ai carabinieri. Era la prima volta che portavo la bambina in quel campo. Ho l’immagine del coltello, ma non ricordo dove l’ho preso. Non ricordo di aver fatto del male alla bambina, ricordo solo di aver pianto tanto", ha detto ancora ai carabinieri, che la descrivono come fredda e distaccata, lontana dalla donna che solo poche ore prima si era precipitata nella stazione di Mascalucia per denunciare quel fantasioso rapimento.

Dopo averla uccisa, Martina Patti ha riposto sua figlia in 5 sacchi neri, uno dentro l'altro, e poi ha cercato di sotterrarla in una buca nel terreno, coprendola con terra e cenere lavica. "Forse ho capito che la bambina era morta e non sapevo che cosa fare. Subito dopo ho chiamato il padre di Elena, ma ero così agitata che non capivo cosa dicessi. Quindi sono andata a casa dei miei genitori, ero molto confusa e quello che era successo non mi sembrava reale", ha detto la Patti. Ma sul movente non ha saputo dare spiegazioni, anche se gli inquirenti propendono per la gelosia nei confronti della nuova compagna del padre della piccola Elena.

"Non ricordo cosa sia passato per la mia mente quando ho colpito mia figlia, anzi posso dire che non mi è passato nessun pensiero, era come se in quel momento fossi stata una persona diversa", ha raccontato agli inquirenti.

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