Coronavirus

L'Italia verso lo "scenario 4": così può scattare il lockdown

Se i contagi non diminuiranno potrebbe scattare la misura più drastica. Zone rosse, scuole e attività: ecco quali sono le misure "molto aggressive" che rischiamo di subire

L'Italia verso lo "scenario 4": così può scattare il lockdown

Torna l'incubo di quella parola che solo a sentirla o a leggerla fa venire i brividi. Non solo perché ci riporta alle drammatiche immagini della scorsa primavera in cui ogni giorno morivano centinaia di persone, ma anche perché l'ombra di un'altra serrata totale fa davvero paura soprattutto a quelle attività che sono state già colpite in queste settimane. L'ipotesi lockdown, inizialmente esclusa dal premier Giuseppe Conte, ora torna sul tavolo: l'aumento costante ed esponenziale dei contagi non promette nulla di buono e perciò adesso anche dal governo iniziano a prendere in considerazione il pugno durissimo. Se fino a qualche settimana fa il "dentro tutti" non veniva visto come una possibilità per fronteggiare la seconda ondata del Coronavirus, adesso è diventata una strada che presto potrebbe vedere compiersi.

Il presidente del Consiglio pochi giorni fa alla Camera aveva annunciato l'ingresso dell'Italia nello scenario di tipo 3: ecco perché nell'ultimo Dpcm sono stadi disposti l'interruzione "di alcune attività sociali/culturali maggiormente a rischio, quali discoteche e bar anche su base oraria", l'incentivazione dello smart working "al fine ridurre l'affollamento dei trasporti pubblici e delle sedi lavorative", lo scaglionamento a rotazione, didattica a distanza per le scuole e una serie di chiusure temporanee "in funzione del numero dei casi sospetti nella singola comunità scolastica". Ma le misure restrittive introdotte 5 giorni fa potrebbero non bastare: gli esperti invitano a valutare gli effetti dell'attuale decreto prima di procedere alla drastica decisione, ma se il valore dell'indice di trasmissibilità (Rt) dovesse superare la soglia di 1,5 ci farebbe avvicinare sempre di più allo scenario più grave (il quarto).

Ora può scattare il lockdown

Come punto di riferimento si prende sempre il documento "Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione autunno-invernale", in cui sono contenute le diverse modulazioni delle possibili misure da adottare in relazione all'evoluzione degli scenari epidemiologici. Stando allo studio redatto dall'Istituto superiore di sanità, un Rt prevalentemente e significativamente maggiore di 1.5 ("ovvero con stime dell’intervallo di confidenza al 95% di Rt maggiore di 1.5") potrebbe portare rapidamente "a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi". L'eccezione si verificherebbe qualora l'epidemia si dovesse diffondere "prevalentemente tra le classi di età più giovane", proprio come è accaduto nei mesi estivi. Uno scenario che nel documento è classificato al numero 1 ma che, fanno notare dall'Iss, "sembra essere poco probabile".

L'avvertimento lanciato dagli esperti è chiaro: con un aumento dei casi tanto forte da rendere impossibile le attività di tracciamento e il rischio che le terapie intensive non riescano a reggere, diventerebbero necessarie "misure di contenimento molto aggressive". La portata delle norme dipenderà ovviamente dalla durata dell'ondata e dal livello di rischio. Al fine di limitare la mobilità "in aree geografiche sub-regionali" si potrebbe procedere all'istituzione di zone rosse, estendendole "su scala provinciale o regionale" dove il rischio dovesse rimanere moderato per almeno 4 settimane.

Ma non solo: nel ventaglio delle ipotesi vi sono la chiusura di "alcune attività sociali/culturali maggiormente a rischio" e il superamento della didattica a distanza mediante la chiusura temporanea di scuole e università "in funzione del numero di casi".

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