L'odiosa dittatura del "buonismo unico"

No alle patenti di dignità

L'odiosa dittatura del "buonismo unico"

Noi non sapremmo dire se la legge sullo ius soli sia buona a prescindere. Se sia una legge la cui approvazione separi un Paese civile e democratico da un Paese arretrato e razzista. Non sappiamo neppure se siano veri i sondaggi secondo i quali la maggioranza dei cittadini italiani è contraria al provvedimento (ma crediamo di sì). E non sappiamo - ma qualcuno è pronto a scommetterci - se il Pd ha affossato la legge per paura di perdere consensi, proprio perché il suo stesso elettorato (di sinistra) fatica a digerire lo ius soli così com'è concepito. E, ancora, non sapremmo neppure sostenere con certezza né che la legge sia scontata e doverosa, né che sia avventata e opinabile. Se così tanti politici, politologi, filosofi, economisti, sociologi, scrittori e giornalisti, da mesi, si confrontano portando «pro» e «contro» alla discussione, significa che il problema non è di così facile, naturale, intuibile, scontata soluzione come molti vogliono far credere.

Però una cosa la sappiamo. E cioè che il confronto non solo è scivolato, da tempo, dal piano politico a quello ideologico (se non sei per lo ius soli sei un razzista e fascista), che è già di per sé stucchevole. Ma è precipitato dal piano ideologico a quello umano. Se non sei per lo ius soli ora sei «un idiota», un ignorante, un essere senza umanità. E ciò non è stucchevole. È intollerabile.

Dopo le recenti dichiarazioni di eminenti politici e alte cariche istituzionali, dopo numerosi riflessioni di grandi firme giornalistiche (ne abbiamo lette alcune su Repubblica), dopo le dichiarazioni, via social media, di un portavoce dell'Unicef, abbiamo capito che avere dei dubbi (legittimi, visto che siamo in un sistema democratico in cui le leggi vengono votate in Parlamento e non varate ex abrupto da un presidente della Camera, da un editorialista o da un intellettuale in tv) significa essere automaticamente al di fuori se non del consorzio umano (ma quasi), di certo da quello delle persone intelligenti e civili. È il razzismo degli antirazzisti. Il peggiore, peraltro. Quello di coloro che decidono, dal loro punto di vista, se tu meriti o meno la patente di intelligenza, di dignità, di persona. È l'odio buonista, alla massima cattiveria. È un livore cieco. Irrazionale. Intollerabile.

Con un risultato: l'instaurazione di un pensiero unico di fronte al quale sono strabiliati non solo molti cittadini (né di destra né di sinistra) contrari allo ius soli, ma persino tanti

tendenzialmente favorevoli alla legge, preoccupati dalla violenza verbale presa dalla discussione. E con un paradosso: vedere coloro che chiedono la cittadinanza italiana per tutti finire per togliere la dignità umana a molti.

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