L'omologazione peggio dell'omofobia

I giochi di prestigio di questi giorni (via la Fiat dal Corriere, la Stampa al gruppo Espresso) ingannano i lettori ma sono solo interessi privati

L'omologazione peggio dell'omofobia

Ho passato 14 anni a Repubblica e poi dieci alla Stampa. Ho conosciuto dall'interno i due giornali diversissimi che ora marciano verso la testata unica sotto la foglia di fico dell'indipendenza. Indipendenti una cippa: i direttori rispondono all'editore che prima li sceglie e poi può licenziarli. La Stampa di Agnelli era un geniale punto di frontiera, un «Check point Charlie», dove comunisti e sindacati si incontravano con la Fiat. Nessun giornale italiano ha un editore puro. La Repubblica avrebbe chiuso se non se la fosse comprata De Benedetti, così come avrebbe chiuso questo Giornale quando Montanelli accettò il salvataggio di Berlusconi. I giochi di prestigio di questi giorni (via la Fiat dal Corriere, la Stampa al gruppo Espresso) ingannano i lettori ma sono solo interessi privati. Stavolta benedetti dalla sinistra amorfa del renzismo acchiappatutto che fa quel che gli pare.

Roba che, se ci avesse provato Berlusconi, sarebbero scoppiati i tumulti. Ora invece tutto va benissimo madama la marchesa. Guai a chi fiata e a chi avverte l'acre odore dell'omologazione, che è molto peggio dell'omofobia.

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