Partiamo dalla notizia: Casapound non sta crescendo, ma sta arretrando. Viviamo dentro una bolla temporale. Quella dell'eterno ritorno del fascismo e del conseguente stato di allerta permanente dell'antifascismo militante. Sarà che proprio quest'anno ricorre il centenario della fondazione dei fasci di combattimento, ma mai si era sentita ripetere così tanto la parola fascista. Al Salone del libro di Torino ci sono i fascisti, nelle periferie ci sono i fascisti, al governo ci sono i fascisti, sul web sono tutti fascisti, allo stadio anche. Insomma, secondo le cronache salottiere e radical chic ci sono camerati in ogniddove. È la grande onda nera, secondo la sinistra. Solo che, a ben vedere, più che un'onda abbiamo a che fare con uno schizzo, al massimo una pozzanghera. Proviamo, con lo spillo dei numeri, a forare la bolla - che è una balla - del ritorno degli stivaloni e dell'orbace. Dunque, al di là dei vari psicodrammi da sinistra emotiva, l'unico movimento politico che si richiama chiaramente al Ventennio è Casapound. E infatti in questi giorni si parla solo di Casapound, dei suoi militanti e della casa editrice a loro vicina, la Altaforte, messa al bando con metodi, questa volta sì, fascisti, dal Salone del libro. Bene, ma quanto pesa davvero Casapound? Quanti voti raccoglie? A giudicare dai giornali di sinistra siamo di fronte a un fenomeno politico gigantesco. Solo che si dimenticano sempre di mettere le cose in scala, di dare le giuste proporzioni e di pubblicare i numeri. Gli ultimi sondaggi su Casapound (Termometro politico per La7) danno il movimento a un massimo dello 0,8 per cento. Meno di quello che hanno raccolto alle elezioni politiche dello scorso anno, quando si attestarono allo 0,9 per cento. Quindi Casapound non sta guadagnando voti, ma ne sta perdendo, al massimo resta dove è. Il successo delle testuggini è una gigantesca fake news. E queste rilevazioni sono definite lusinghiere dagli stessi casapoundiani, che non vedono neppure con il telescopio la soglia di sbarramento del 4 per cento, necessaria per accedere all'Europarlamento. Parliamo, nella più ottimistica delle ipotesi, di 300mila preferenze su un corpo elettorale di 46 milioni di italiani. Zero virgola otto. Viviamo nell'era dell'ossessione da zero virgola. Quando l'unico zero virgola (uno) che dovrebbe preoccuparci è quello della crescita del Pil.
Tanto casino per un piccolo movimento al quale la sinistra regala uno spazio mediatico spropositato. Perché no - possiamo tutti dormire sonni tranquilli - il fascismo non sta tornando. Torna solo nella testa degli antifascisti di professione (in assenza di camicie nere), che ora hanno paura di perdere il lavoro.
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