Coronavirus

Ecco perché sui morti la Lucarelli ha torto

Dopo lo scontro Crisanti-Borghi interviene anche la Lucarelli che definisce "imbarazzante" il deputato leghista Borghi sui social. Come vedremo, però, i numeri danno ragione al deputato

Ecco perché sui morti la Lucarelli ha torto

Lo scontro avvenuto a Piazzapulita, su La7, tra il microbiologo dell'Università di Padova, Andrea Crisanti, ed il deputato della Lega, Claudio Borghi, continua a far discutere. I due, su posizioni completamente contrapposte, non se le sono mandate a dire ed hanno discusso in modo molto animato in particolare su lockdown e ripartenza.

Perché sbaglia anche la Lucarelli

La giornalista de Ilfattoquotidiano, Selvaggia Lucarelli, ha criticato il deputato leghista su un articolo pubblicato quest'oggi dal titolo "Borghi ed il duello impari con la zanzara Crisanti" con l'esplicito riferimento, oltre alla totale impreparazione sull'argomento Covid di Borghi, alla battuta pronunciata del deputato durante la discussione con il virologo. Lo scontro si è poi spostato sui social: la Lucarelli ha iniziato la querelle twittando "Borghi imbarazzante" seguita da una risposta forte e chiara da parte del deputato: "Buonasera Selvaggia. No, non sono imbarazzato - ha replicato sotto al post -. Sono un rappresentante dei cittadini che deve prendere decisioni votando. Per farlo ascolto e leggo le opinioni dei maggiori esperti mondiali (NB Crisanti non lo è) e basta iniziare a farlo per capire che il mondo non è bianco o nero". "Vou replicar o modelo brasileiro, prometo: nel caso, mi farò intubare senza anestesia", ha cinguettato imitando l'accento brasiliano e in una chiara provocazione. "No - ha controbattuto a sua volta Borghi - non so quale sia il modello Brasiliano ma a occhio in una favela il distanziamento sociale e il lavarsi le mani c'è poco... Anche se qui dicono che hanno meno morti in proporzione di noi. Mi accontento di modello Svedese o Spagnolo". L'oggetto del nostro articolo è verificare se, davvero, Claudio Borghi fosse andato in trasmissione totalmente sprovvisto di preparazione oppure no. Ebbene, i numeri sul tasso di letalità tra Brasile e Italia gli danno ragione.

Tasso di letalità: in Italia più alto che in Brasile

Prima di parlare dei numeri, chiari e indiscutibili, bisogna fare una distinzione fondamentale tra il tasso di mortalità ed il tasso di mortalità, spesso e volentieri confusi: il tasso di mortalità è rapporto tra il numero delle morti in una comunità o in un popolo durante un periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo, e non è quello che ci interessa in questo caso; il tasso di letalità, invece, rappresenta la proporzione tra il numero di morti per una malattia e tutta popolazione suscettibile in un dato periodo. Nel caso del Covid, quindi, viene preso in considerazione il tasso di letalità. Come si calcola? È una semplice operazione matematica che si fa prendendo il numero complessivo dei contagi diviso il numero complessivo dei morti: il risultato viene moltiplicato per 100.

Brasile 2,71 - Italia 3,01

Prendendo in esame i numeri sempre aggiornati della Johns Hopkins University e la relativa mappa sul Coronavirus nel mondo vediamo che, nel momento in cui scriviamo, il Brasile conta 14.237.078 di contagi dall'inizio della pandemia, poco più di 14 milioni. Allo stato attuale, i morti sono 386.416. Adesso, per calcolare il tasso di letalità, bisogna dividere il numero totale dei decessi con il numero totale dei contagiati e moltiplicare per 100. Il risultato fa 2,71. Vediamo adesso l'Italia: il totale dei contagi, da inizio pandemia, è di 3.935.703 persone, quasi quattro milioni. Il numero attuale dei decessi è di 118.699: a questo punto, facendo l'operazione matematica di prima, viene fuori che il tasso di letalità per l'Italia è di 3,01. Sembra incredibile ma, in proporzione alla popolazione contagiata e morta, l'Italia ha un tasso più elevato di quello del Brasile.

Perché in Italia si muore di più

Insomma, allo stato attuale il deputato leghista ha ragione: in Italia si muore di più che in Brasile nonostante ci sia un abisso nel sistema sanitario nazionale, negli ospedali e nella qualità di vita. Il perché rimane un mistero anche fra gli addetti ai lavori: l'Italia è stata a lungo tristemente prima in classifica anche in Europa e continua ad essere tra le nazioni dove ci sono più decessi quotidiani, sempre oltre quota 300. Un articolo pubblicato dall'Università di Padova dove, tra l'altro, lavora il Prof. Crisanti nel dicembre 2020, aveva stilato la classifica di quel periodo affermando la stessa cosa, purtroppo, di adesso: in Italia la letalità del Covid-19 è tra le più alte al mondo. Se cliccate sul link di prima, vedrete che a dicembre era in testa il Messico con un tasso di letalità di 9,3 seguito dall'Iran con 4,8 e, al terzo posto, Regno Unito e Italia con 3,5. Il Brasile figurava al settimo posto assieme a Spagna ed Argentina con 2,7, il pratica lo stesso dato di adesso.

Volendo vedere un barlume di speranza, rispetto alla fine dello scorso il tasso di letalità in Italia si è abbassato (3,5 contro l'attuale 2,7) ma rimane, pur sempre, troppo alto.

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