Cronache

Nuovi guai per Ciro Grillo: spunta la droga dello stupro?

Una consulenza medico-legale non esclude l'uso di sostanze inibitorie: la ragazza "non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo". Venerdì l'udienza preliminare

Nuovi guai per Ciro Grillo: spunta la droga dello stupro?

Sul caso Ciro Grillo piomba l'ultimo sospetto che può pesare come un macigno: è stata usata la droga dello stupro per poter abusare della giovane Silvia? Un'ipotesi che non viene affatto demolita da una consulenza medico-legale firmata dal professor Enrico Marinelli, voluta e depositata dall'avvocato Giulia Bongiorno che difende la ragazza che ha denunciato di essere stata stuprata dal figlio del comico genovese e dai suoi tre amici. La comitiva invece ritiene sia stato un rapporto consapevole. Violenza sessuale da una parte, consensualità dall'altra. Versioni e interpretazioni differenti. Venerdì 5 novembre il gup di Tempio Pausania dovrà decidere se mandare a processo o prosciogliere Grillo&Co.

La consulenza medico-legale

La relazione di una 20ina di pagine è stata "redatta nell'interesse" di Silvia e prende in esame i fatti avvenuti tra il 16 e il 17 luglio del 2019 a Cala di Volpe (Porto Cervo), in Sardegna. La novità di fondo è che non sarebbe escluso l'uso di sostanze inibitorie come il Ghb, la cosiddetta "droga dello stupro". Nella consulenza medico-legale (di parte, va detto) si afferma che "in linea puramente teorica non è possibile escludere l'uso di sostanze di questo tipo, prima o in associazione con l'alcol".

Il riferimento è appunto alle droghe da stupro, ritenute "particolarmente insidiose" poiché sono "costituite da liquidi inodori e incolori, facilmente mescolabili alle comuni bevande, anche non alcoliche, senza che la vittima se ne possa accorgere". Il consulente, spiega il Corriere della Sera, è arrivato all'ipotesi della droga dello stupro dopo aver ragionato sul blackout connesso all'assunzione di alcol: "Un'amnesia senza la perdita di coscienza e la capacità di compiere azioni complesse come conversare, guidare, avere rapporti sessuali e perfino uccidere".

C'è però la replica di Sandro Vaccaro, difensore di Vittorio Lauria, che all'Ansa si è limitato a osservare che "sulle ipotesi si può dire qualunque cosa". "Possiamo dire qualsiasi cosa priva di fondamento, come priva di fondamento è l’ipotesi della droga dello stupro", ha aggiunto Vaccaro.

I lividi sul corpo

È stato fatto inoltre un focus sui lividi sulle braccia e sulle gambe che Silvia mostrò alle dottoresse della clinica Mangiagalli di Milano: la consulenza ritiene che siano "compatibili con un meccanismo di pressione e afferramento attuato da più persone contemporaneamente con le mani". Metterebbero in evidenza un disturbo post-traumatico da stress, giudicato "coerente con un rapporto non consenziente e invasivo". Il racconto della ragazza potrebbe essere dunque credibile e compatibile con gli approfondimenti medico-legali eseguiti.

Non c'era il consenso?

Il caso ruota attorno a una domanda di fondo: Silvia aveva dato il consenso oppure Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria hanno abusato di lei? Il professor Enrico Marinelli della Sapienza, specialista in medicina legale, ha scritto che "non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo". La motivazione andrebbe trovata nel fatto che l'alcol "scemava grandemente la sua capacità decisionale e annullava la sua capacità di autodeterminazione".

Silvia ha raccontato di essere stata costretta a bere da una bottiglia un cocktail (di vodka e lemonsoda?) poco prima dell'ipotetica violenza di gruppo. Come riferito da La Repubblica, viene stimato in 1.08 grammi/litro il tasso alcolemico nel sangue della ragazza.

Fino ad ora non si era parlato della possibilità di aver usato Ghb, ma adesso l'ipotesi è finita sul tavolo del gup.

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