Cronache

Così il commissario Cotticelli ​era stato premiato da Guerini

L’ex commissario alla Sanità della Calabria, Saverio Cotticelli, è stato insignito dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini della Croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri

Così il commissario Cotticelli ​era stato premiato da Guerini

"Quel giorno non ero lucido, ero in stato confusionale. Quando mi sono rivisto non mi sono riconosciuto. Sono stato drogato da qualcuno? Non lo so, sto cercando di capire cosa sia successo, ho avuto un malore". Sono state queste le parole pronunciate dall’ex commissario alla Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, nel corso della trasmissione in onda su La7 Non è l’Arena. Un modo per giustificarsi dopo il mare di polemiche scaturite da una intervista rilasciata dallo stesso Cotticelli a "Titolo V" su Rai3. In questa occasione l’ex commissario alla Sanità della Calabria di fatto dimostrava di non conoscere il piano anti-Covid della Regione. "Ma l’ho fatto io quel piano", si è difeso ieri sera. "Quel giorno non ero in me stesso, sto cercando di capire cosa sia accaduto con un medico".

L’intervista di Cotticelli a "Titolo V" ha creato un terremoto nella sanità calabrese, ha scosso il governo e creato sconcerto tra i cittadini. Una scena imbarazzante, quasi tragicomica, quella che ha come protagonista l’ex commissario che ha risposto alle domande sulla situazione della sanità in Calabria con difficoltà e continuando a ripetere: "Stiamo provvedendo". Per non parlare del momento in cui Cotticelli scopre proprio durante durante l’intervista quali sarebbero le sue competenze, evidentemente fino a quel momento a lui ignote. "Sembrava la mia controfigura, non so cosa mi sia successo. La mia famiglia non mi ha riconosciuto, io stesso non connettevo, il piano anti Covid l'ho fatto io. Sto cercando di capire con un medico se ho avuto un malore o qualche altra cosa", ha provato a spiegare l'ex commisario alla sanità calabrese. Una toppa forse peggio del buco.

Eppure il 68enne stabiese Saverio Cotticelli non sembrava uno sprovveduto. Almeno stando ai premi ricevuti in passato. Nella sua vita diversi sono stati gli incarichi di prestigio ed i riconoscimenti ottenuti dal generale in pensione dal novembre del 2016. Come racconta Repubblica l’ex commissario alla Sanità della Calabria ha conseguito un riconoscimento per una lunga carriera nei carabinieri. Cotticelli è stato generale di corpo d'armata insignito dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Pd) della Croce d'oro al merito dell'Arma dei carabinieri. "Ufficiale generale di preclare qualità umane e professionali, ha sempre costituito limpido esempio e sprone per il personale dipendente, assicurando costantemente soluzioni organizzative brillanti e di rara efficacia. Nel corso di oltre quarantasei anni di prestigiosa carriera militare, ha ricoperto incarichi di assoluto rilievo tra i quali spiccano quelli di comandante della Legione Lazio, di comandante della Divisione unità specializzate e di comandante della Unità mobili e specializzate Polidoro", è la motivazione che ha portato alla concessione del riconoscimento. "Con la sua infaticabile e preziosa opera di comando e di pensiero – è indicato ancora - ha contributo al progresso dell'istituzione, esaltandone spiccatamente il lustro e il decoro nell'ambito delle Forze armate e della Nazionale".

Nella lunga carriera di Cotticelli si annoverano diverse importanti incarichi all’estero. Tra 2001 e 2002 fece parte della missione Sarajevo, Bosnia and Herzegovina. Nel 2006 il generale fu comandante della Regione Piemonte e Valle d’Aosta e l’anno successivo guidò i Nas (i Nuclei antisofisticazioni e sanità dell'Arma dei Carabinieri, posti alle dipendenze funzionali del Ministero della salute, ndr). Commendatore all'Ordine al merito della Repubblica, nel 2010, è stato presidente del Cocer (l’organo centrale a carattere nazionale in rappresentanza del personale dell’Arma dei Carabinieri, ndr) e poi del Cocer interforze. Infine la chiamata in Calabria come commissario ad acta per il piano di rientro della Sanità locale fino al clamoroso passo falso che gli è costato il posto poi preso da Giuseppe Zuccatelli, già a capo dell’Asp di Cosenza, finito anche lui nel'occhio del ciclone per alcune sue frasi pronunciate lo scorso 27 maggio sull’inutilità della mascherina e sul fatto che “per infettarsi bisogna baciarsi con la lingua per 15 minuti". Altre affermazioni che hanno scatenato altre polemiche.

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