Coronavirus

"Scommettono sui morti Covid" Sfida della vergogna sul dolore

Le quotazioni della criptovaluta salivano con il numero dei decessi. La Procura di Roma ha sequestrato il sito online, due volte

"Scommettono sui morti Covid" Sfida della vergogna sul dolore

Quando si parla di scommesse subito vengono in mente la squadra di calcio preferita, quella di basket o pallavolo. Ma in tempo di Covid-19 sono anche altre le scommesse che sono nate e che, in modo macabro, speculano sulla vita delle persone arricchendo gente senza scrupoli.

Le macabre scommesse sui morti Covid

Si tratta delle scommesse sui morti per il coronavirus. Sul web è stata infatti creata una piattaforma dove si può comprare la criptovaluta “CoronaCoin”. Questa è un po’ come tutte le altre che girano su internet, con una macabra differenza però: si appoggia ai dati nefasti causati dalla pandemia che sta affliggendo tutto il mondo. Di questa moneta virtuale, chiamata anche “CoronaToken”, sono stati coniati più o meno 7,6 miliardi, il numero esatto della popolazione mondiale. Come riportato da Il Tempo, il numero dei gettoni viene continuamente aggiornato, ogni due giorni, guardando i dati del Covid. Per ogni morto da coronavirus eliminato un token. Se i morti salgono, anche le quotazioni salgono.

Lo scorso ottobre, la Procura della repubblica di Roma è riuscita a ottenere il sequestro del sito in questione “covidtoken.org ”, perché l’attività di intermediazione finanziaria sarebbe stata esercitata in modo abusivo. Il sito è stato quindi oscurato, ma i suoi creatori difficilmente verranno puniti e trovati. Nessun contatto di riferimento riconduceva a soggetti fisici, né a numeri telefonici o indirizzi di posta elettronica. Tra l’altro, il computer principale da cui partiva tutto ha sede in America. In questo modo i dati restano oltreoceano e solitamente non vengono comunicati alla polizia italiana. Sequestrando il sito però il macabro gioco è terminato e nessuno può più accedere ai suoi contenuti.

L'indagine e la chiusura del sito

A far partire tutto è stata una denuncia della Consob ai pubblici ministeri di Roma per presunte irregolarità nella promozione di certi servizi proposti sul sito incriminato. In seguito alla segnalazione il sostituto procuratore Maurizio Arcuri ha aperto un fascicolo, con conseguente ipotesi di reati di intermediazione finanziaria abusiva e truffa. “Chiunque esercita l'attività di promotore finanziario senza esservi abilitato”, come recita l'articolo 166 del decreto legislativo n.58 del 1998, viene punito con la detenzione in carcere dai 6 mesi ai 4 anni. Per quanto riguarda invece la truffa, sul sito veniva spiegato che il 20% degli introiti incassati grazie alla vendita dei gettoni sarebbe stato donato alla Croce Rossa italiana come aiuto alla lotta al coronavirus. Ovviamente era una bufala.

Lo scorso aprile la Procura romana è riuscita a sequestrare e oscurare il sito. Per poco tempo però, perché quel sito è stato sì oscurato, peccato però che uno identico sia stato creato immediatamente dopo, con un nome molto simile al primo: covidtoken.org. A ottobre quindi la Procura capitolina ha dovuto ricominciare tutto daccapo. Questa volta però non era arrivata nessuna denuncia da chi è caduto nella truffa, magari per vergogna. L’ideatore di queste macabre scommesse è stato Alan Johnson, dal 26 febbraio più volte criticato sul web.

Criticato da molti, ma seguito da altri avvoltoi pronti a guadagnare sulla morte delle persone.

Commenti