Macché regime È la dittatura più liberale del mondo

M entre il mondo si trasforma a velocità supersonica, in Italia è sempre il momento dell'antifascismo militante. Condizione necessaria per appartenere alla famiglia democratico-liberale sarebbe essere sia antifascisti sia anticomunisti. Ma sul secondo punto, liberi tutti. La redistribuzione delle risorse (che non abbiamo) è un cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle ma gli artisti non se ne interessano. Ci sarebbero argomenti seri per criticare il governo Conte, oltre all'economia. Invece, per fare un esempio, l'ex fascista Eugenio Scalfari su la Repubblica di domenica scorsa conclude il suo editoriale con un grido d'allarme: «Ci stiamo dunque avviando, e in parte già siamo, verso una situazione guidata da una nascente dittatura». Gli (...)

(...) antifascisti in assenza di fascismo fanno una fatica doppia ma sempre ben remunerata. Li vedi che vagano di canale in canale, di trasmissione in trasmissione ad annunciare la metamorfosi dell'Italia in dittatura prossima alla reintroduzione delle leggi razziali. D'estate non sanno che fare, la televisione è in ferie, e per sentirsi vivi incentivano la presenza sui social network, dove la sparano sempre più grossa per vedere che effetto fa. Aggiornano in continuazione la propria «lavagna» digitale e si beano dei commenti positivi ma soprattutto degli insulti, da esibire come un trofeo al vicino di scrivania. Se la prendono con la «democrazia svuotata», meglio: con la «dittatura», ancora meglio: con la «tirannide». Per fortuna ci sono loro, gli eroi della democrazia rappresentativa. Si alzano la mattina, bevono il caffè e vergano una articolessa sulla «democrazia svuotata». All'ora di pranzo rilasciano un'intervista su «populismo, razzismo e fascismo». Nel pomeriggio sono ospiti in tv dove dileggiano la plebe «xenofoba». Di sera correggono le bozze del loro pamphlet sull'Italia che ripete gli errori del passato e torna all'autoritarismo. Sarà di sicuro un (in)successo editoriale come il precedente volume sul dovere dell'accoglienza. Giunge la notte (nera come le camicie dei fascisti) e il meritato riposo degli intellettuali antifascisti, vittime di...

Della violenza squadrista? Ma se fanno il giro d'Italia per promuovere le proprie «fatiche» letterarie... Della censura? Ma se pubblicano solo loro... Del silenzio riservato ai non allineati? Ma se parlano solo loro... Bello essere antifascisti militanti nella «dittatura» più liberale del mondo.

Alessandro Gnocchi

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