Cronache

Le maestre prendono in giro il bimbo? Le toghe vogliono indagare la madre

Le mamma del bimbo aveva denuciato le colleghe che prendevano in giro il figlio in chat. Ma ora è lei a finire nel mirino. Il pm: "Ha letto i messaggi"

Le maestre prendono in giro il bimbo? Le toghe vogliono indagare la madre

Quando aveva letto le chat delle maestre in cui il figlioletto di 8 anni veniva deriso e offeso con epiteti gravi, la giovane mamma non si era persa d'animo decidendo di denunciare immediatamente le due insegnanti, nonché sue colleghe, per maltrattamenti. Lecito, verrebbe da pensare. Non per il pm di Pavia (titolare del fascicolo) che, appena un mese dopo l'apertura delle indagini, ha chiesto le archiviazione del caso sostenendo che non vi sia stata alcuna condotta maltrattante nei confronti dell'alunno. E fin qui, più o meno, potrebbe anche starci. Se non fosse che ora è la mamma del bambino ad essere indagata. Il motivo? "Ha letto le conversazioni private delle maestre". Una violazione della privacy, insomma.

Il caso

La storia è questa. Ad aprile dello scorso anno, la mamma del ragazzino, insegnante presso la stessa scuola elementare frequentata dal figlio, scopre per caso l'esistenza di alcune chat in cui due colleghe prendono in giro il bimbo. "Pirla", "pirletta". E ancora: "bambino di me...", si legge nelle conversazioni di WhatsApp. Assistita dall'avvocato Luisa Flore, la donna decide di denunciare le maestre. La scuola interviene e pure la procura di Pavia - dov'è accaduto il fatto - che apre un fascicolo per maltrattamenti, abuso di mezzi di correzione e diffamazione. Di tutta risposta, le due indagate decidono di querelare la collega denunciataria accusandola di aver letto abusivamente la loro corrispondenza privata dal pc della scuola. Il caso approda negli uffici della procura di Milano, competente a livello distrettuale per i reati informatici, in una inchiesta parallela che vede indagata proprio la giovane mamma.

La richiesta di archiviazione

Stando a quanto riporta l'edizione cartacea de Il Resto del Carlino, il pm di Pavia avrebbe chiesto l'archiviazione del caso per le due maestre. Secondo il magistrato non ci sarebbero stati maltrattamenti nei confronti dell'alunno - "manca il trattamento afflittivo", le sue parole - e non c'è stato neanche l'abuso dei mezzi correttivi. Quanto alle offese "il contenuto delle frasi, per quanto caustico, non presenta carattere diffamatorio", garantisce il pm. E da ultimo precisa che "si tratta di affermazioni estemporanee dirette esclusivamente a 'sfogare' le proprie frustrazioni del momento con una collega". Ergo: tutti possono sbagliare. La mamma del ragazzino, invece, è ancora indagata. Unica consolazione, per lei, il passaggio in cui il magistrato pavese ammette che gli accertamenti hanno fatto emergere "una incapacità professionale delle indagate, in quanto talvolta prive delle doti di sensibilità e umanità necessarie per supportare le esigenze degli alunni a loro affidati".

Ça va sans dire, direbbero i francesi.

Commenti