Cronache

Di Maio cancella l'immunità penali per i padroni dell'ex Ilva

Il vice-premier in una prefettura blindata per i timori delle proteste ambientaliste. Le associazioni disertano l’incontro dopo le promesse disattese di chiusura del siderurgico

Di Maio cancella l'immunità penali per i padroni dell'ex Ilva

L’annuncio è arrivato durante l’incontro in prefettura a Taranto. In Consiglio dei ministri sono state abolite “alcune esimenti legate a reati ambientali e legate ad alcuni reati odiosi che hanno fatto tanto male ai cittadini di Taranto”. A dichiararlo il vice premier Di Maio durante la visita di oggi nel capoluogo pugliese. In pratica il governo ha abolito la contestatissima immunità penale stabilita com decreto dal governo Renzi e che copriva per i reati ambientali i commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria e ora i nuovi manager di Arcelor Mittal che guidano dallo scorso anno le acciaierie. La legittimità della norma era già al vaglio della Corte Costituzionale.

"Un grande problema qui a Taranto è che c'è oltre un miliardo di euro che non si sta spendendo". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio a margine del tavolo permanente del Contratto istituzionale di sviluppo dell'area di Taranto questa mattina. "Io sono qui per portare avanti questo tavolo - ha aggiunto - tornerò qui il 24 giugno, esattamente tra due mesi, in modo tale che quello che ci siamo detti oggi sarà verificato e vedremo come si staranno spendendo i soldi stanziati. Qui non è una questione di altri soldi, qui prima di tutto bisogna spendere bene quelli che ci sono".

"Io credo - ha aggiunto Di Maio - che il grande lavoro che dobbiamo fare adesso è avviare una fase due per l'ex Ilva" Poi il vicepremier ha ringraziato i commissari uscenti di Ilva in amministrazione straordinaria "per la sensibilità istituzionale. Sapete che ieri si sono dimessi i tre commissari con cui abbiamo lavorato alla chiusura dell'accordo con ArcelorMittal e adesso con i tre nuovi commissari, che abbiamo nominato ieri, lavoreremo a un nuovo progetto che è quello di più investimenti nelle bonifiche che adesso iniziano e che devono continuare e dall'altra nel liquidare tutte le aziende che devono avere ancora tutti i soldi con un obiettivo: riconversione economica di questo territorio. So che i tarantini ne hanno sentito parlare già troppo - ha proseguito - ma noi cercheremo di farlo seriamente a differenza del passato. Non sono venuto qui nei primi mesi di chiusura dell'accordo perché volevo venire qui con i fatti. Io farò di tutto per conquistare la fiducia dei tarantini so che è un popolo arrabbiato e ha ragione a esserlo.Dobbiamo rivedere il sistema di accertamento dell'impatto sanitario sia dell'Ilva sia degli altri insediamenti produttivi. E una richiesta che viene dai cittadini di Taranto", ha concluso Di Maio.

Intanto la prefettura di Taranto era blindata: muri anti sfondamento e forze dell'ordine circondavano il "Palazzo della Provincia". In piazza le associazioni che diserteranno l'incontro voluto dal vice premier oggi pomeriggio. "Ci siederemo intorno a un tavolo quando si parlerà di chiusura delle fonti inquinanti" ha detto una mamma del gruppo "Genitori tarantini" al megafono. Già perché tre parole chiave hanno caratterizzato la campagna elettorare del Movimento 5 Stelle: chiusura delle fonti inquinanti, bonifica e riconversione dello stabilimento siderurgico ex Ilva, a Taranto. Tre parole smentite dai fatti.
"Di Maio è venuto a Taranto esclusivamente per cercare di recuperare dei consensi elettorali che ormai ha perso in questa città. Ha tradito Taranto, come tutti gli altri. Loro hanno preso circa il 50 per cento dei voti sulla base di una promessa non realizzata di chiusura dell'Ilva. Anzi loro hanno consentito di proseguire questa attività e non sono stati neanche in grado di togliere la scandalosa norma dell'immunità penale. Ma soprattutto viene a Taranto dopo un anno dalla clamorosa vittoria. Lui ha sempre detto che sarebbe venuto poco dopo le elezioni politiche e in piazza a confrontarsi con i cittadini perché il loro è un movimento nato dal basso. Oggi viene a Taranto, non in piazza, si va a chiudere nelle stanze blindate della prefettura così come faceva Renzi. - ha dichiarato al Giornale.it Vincenzo Fornaro, consigliere comunale del movimento "Taranto Respira".
"Diverse associazioni hanno rifiutato questo incontro - ha concluso Fornaro - perché sono già stati presi in giro. Per ben due volte sono stati fatti salire a Roma prima della cessione di Ilva ad Arcelor Mittal. Ma non ha mantenuto nessuno degli impegni presi nelle diverse occasioni. Oggi sarebbe la terza presa in giro delle associazioni. Diverse associazioni non saliranno proprio, come ad esempio "Genitori Tarantini" e "Legamjonici", alcune saliranno ma solo per leggere un documento e poi riscenderanno.

Due associazioni si siedono al tavolo: Peacelink e Legambiente".

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