Le ondate migratorie comportano, tra i tanti, un fenomeno inedito a livello igienico sanitario. Hanno fatto la loro comparsa quelle che un tempo si definivano malattie coloniali. Affezioni della pelle semisconosciute nel mondo occidentale ma sempre più comuni negli ambulatori. Ne hanno parlato gli specialisti al loro ultimo congresso a Treviso. Vincenzo Bettoli, dermatologo ospedaliero e professore a contratto all’università di Ferrara, è uno dei medici alle prese con questo fenomeno.
"Malattie infettive per cause batteriche e virali, ma in termini di frequenza il più comune riscontro riguarda pidocchi e scabbia, non sono preoccupanti. Ci sono poi le impetigini, le micosi, la tigna nei bambini, le infezioni da stafilococchi. In qualche caso troviamo segni di malattie più impegnative come la tubercolosi", afferma in un'interveista al Giorno. E ancora: "Direi un’espressione variegata delle difficili condizioni di vita che queste persone hanno dovuto affrontare durante il viaggio, i disagi e le promiscuità. Si presentano malattie parassitarie e tropicali che in Italia sono sconosciute". Infine il medico aggiunge: "Le malattie della pelle sono trascurate nei paesi tropicali, dove le considerano secondarie. Da noi sono poco conosciute. I profughi non sono un pericolo, ma individui che, a fronte di un disagio, devono ricevere cure appropriate.
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