Cronache

Matteo Bassetti: "Io icona gay? Sono eterosessuale convinto"

Matteo Bassetti si scolla di dosso qualunque etichetta pop, come quella di essere la Lady Gaga del Covid e quella di icona gay

Matteo Bassetti: "Io icona gay? Sono eterosessuale convinto"

È indubbio che Matteo Bassetti sia uno dei medici più in vista di questo particolare momento storico. Fin da febbraio, il direttore della Clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova si è speso in tv per raccontare il coronavirus da dentro, dal reparto che gestisce. Affascinante e flemmatico, ha cattuarato l'attenzione non solo per quello che dice ma anche per come lo dice, tanto da essere diventato oggetto del desiderio per migliaia di donne (e uomini), tanto che in pochi mesi è stato assurto a icona gay. In un'intervista a Un giorno da pecora ha raccontato cosa significa per lui quel ruolo e perché non si sente la Lady Gaga del Covid, come è stato definito.

Proprio quest'ultima definizione, coniata da Selvaggia Lucarelli, a Matteo Bassetti proprio non va giù: "Preferisco non commentare, e poi non ho nemmeno mai ascoltato Lady Gaga, io sono un gran tifoso dei 'revival'.... Mi piacciono Gino Paoli, De André, tutta quella scuola...". Non si sente Lady Gaga ma pare non si senta a suo agio nemmeno nei panni dell'icona gay: "Ma sono un eterosessuale convinto. Io in questo periodo sto cercando di esser quello che sono sempre stato: me stesso". Il suo fascino è stato notato subito dalle donne, tanto che Matteo Bassetti è spesso oggetto di attenzioni particolari e di avance esplicite, soprattutto sui social dove negli ultimi mesi il virologo ha conquistato una certa notorietà: "Qualche avances è fisiologica, ma c'erano anche prima". Prima, però, forse non c'erano anche le pagine dei social a lui dedicate, come una fanpage da oltre mille seguaci su Instagram e su Facebook.

I medici che in questi mesi hanno frequentato i salotti televisivi e le trasmissioni di informazione sono stati accusati di essere alla ricerca di popolarità, da qui la definizione di "medici star". Da febbraio in poi sono diventati un punto di riferimento importante e hanno conquistato una propria claque, più o meno ampia, di persone che seguono il loro pensiero. Le divergenze della classe medica hanno inevitabilmente portato a una divisione del pubblico, che è come se facesse il tifo per l'uno o per l'altro medico. Ma di tutto questo clamore e di questa popolarità, Matteo Bassetti sembra non sapere proprio che farsene: "A me della popolarità interessa poco e ne farei a meno.

Penso che in un momento come questo sia giusto che parlino le persone che i virus li hanno sempre trattati".

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