Coronavirus

Maxisequestro di ventilatori per la terapia intensiva: stavano lasciando l'Italia

Bloccato al porto di Ancora un tir carico di dispositivi medici, utili per combattere il nuovo coronavirus. Tra questi, oltre mille respiratori, utili nelle terapie intensive

Maxisequestro di ventilatori per la terapia intensiva: stavano lasciando l'Italia

Oltre mille respiratori, utili per le cure dei pazienti ricoverati in condizioni critiche in terapia intensiva, sono stati bloccati al porto di Ancora e sequestrati dalla guardia di finanza. Erano pronti a lasciare l'italia, diretti verso la Grecia.

L'operazione è stata portata a termine dalla guardia di finanza, in collaborazione dei funzionari dell'Agenzia delle dogane e monopoli, che vigilavano sul rispetto dell'ordinanza della protezione civile nazionale, che prevede il divieto per le imprese di vendere all'estero dispositivi medici. Tra questi, è vietata in particolare la vendita dei respiratori, che in questo periodo sono fondamentali in Italia, per la lotta contro il Covid-19. L'ordinanza numero 639 del 25 febbraio scorso, firmata dal capo del dipartimento nazionale della protezione civile, Angelo Borrelli, infatti, vieta l'esportazione di strumenti e dispositivi per la ventilazione meccanica dei pazienti con patologie respiratorie e dei dispositivi di protezione individuale.

Il tir, contenente i dispositivi medici, è stato bloccato mentre stava per imbarcarsi in direzione della Grecia, avendo già superato tutti i controlli di sicurezza per l'accesso al porto di Ancona. Dopo un controllo approfondito della documentazione, che mostrava i materiali presenti sul tir, le fiamme gialle hanno fermato il rimorchio, per verificarne il contenuto. Al suo interno, gli investigatori hanno trovato 1.840 circuiti respiratori, composti da tubo, pallone, valvola e maschera respiratoria. Si tratta di strumenti necessari nelle terapie intensive, dove vengono usati per i pazienti in condizioni critiche, e rappresentano un elemento chiave nel sistema di anestesia e ventilazione. E, ora più che mai, l'Italia ne ha bisogno.

I dispositivi sequestrati verranno consegnati alla protezione civile, che li distribuirà agli ospedali del nostro Paese. Il rappresentante legale della ditta produttrice, che ha sede nella provincia di Milano, è stato denunciato.

I respiratori sono macchinari essenziali per l'italia, che sta cercando di combattere la pandemia da coronavirus, che la vede al primo posto nel mondo per numero di morti nel mondo. Per questo, numerosi aiuti stanno arrivando al nostro Paese.

L'ultimo, questa notte, quando a Malpensa è atterrato il volo di Neos, decollato da Pechino: a bordo c'erano 1,4 milione di mascherine, ventilatori polmonari e respiratori, guanti, kit diagnostici e abbigliamento sanitario protettivo.

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