Medici lanciano allarme: "Noi contro il coronavirus senza protezioni"

Lettera della Fnomceo all’attenzione di Attilio Fontana: "È il momento di trovare insieme i rimedi all’emergenza"

Medici lanciano allarme: "Noi contro il coronavirus senza protezioni"

La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri ha lanciato un grido di allarme, o meglio di aiuto: "Non si può accettare che i nostri medici si trovino a fronteggiare una simile emergenza senza le dotazioni di base per una personale protezione dal coronavirus stesso".

È quanto si legge in una lettera vergata e inviata dalla Fnomceo al presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, al quale chiedono di cercare insieme, agendo ciascuno per la propria parte, i migliori rimedio per trovare una soluzione all’emergenza Covid-19.

Dopo aver espresso "speciale apprezzamento" per la decisione ("pur non dovuta") di autoisolamento del governatore lombardo – a causa della positività al test di una sua stretta collaboratrice regionale – che rappresenta "l’espressione di un significativo esempio istituzionale", il presidente della Fnomceo Filipppo Anelli avanza alcune richieste. Quali? Eccole: "Attivare un doppio canale, nelle zone rosse per il coronavirus, per l’assistenza sanitaria: uno, con strutture specifiche ed équipe mediche e sanitarie dedicate, per gestire il triage dei casi sospetti; l’altro, per le visite di routine. E poi, fornire ai medici i dispositivi di protezione dal virus, tuttora carenti".

Il numero uno dei medici italiani Anelli traccia il quadro dell’attuale situazione, invocando inoltre il rafforzamento del coordinamento a livello nazionale e allo stanziamento di risorse dedicate al comparto sanitario. Quindi aggiunge: "Questo è un momento per il nostro Paese di prove da sostenere e da superare. Prove che stanno investendo tutti i livelli nazionali, professionali e sociali coinvolti a vario titolo nella gestione di una crisi sanitaria di eccezionale portata".

Quindi, l’appello a difesa della categoria: "Non si può accettare che i nostri medici si trovino a fronteggiare una simile emergenza senza le dotazioni di base per una personale protezione dal virus stesso. La dedizione e l’abnegazione della categoria medica territoriale, ospedaliera e di tutte le diverse collocazioni professionali è ammirevole". E ancora: "I nostri medici della zona rossa e tutte le équipe mediche impegnate in tutta Italia stanno gestendo la diffusione del virus in carenza di presidi di tutela e comunque confidando solo sulla competenza e professionalità che li contraddistingue. Tutti i medici sono uguali e preziosi e vanno messi in condizione di esercitare per la tutela della collettività".

Alle parole di Anelli hanno fatto eco quelle di Massimo Vajani, presidente dell’Ordine dei Medici di Lodi: "Occorre ora un aiuto concreto e urgente, che non debba fare i conti con i tempi della burocrazia.

Servono tensostrutture dedicate al triage per il Covid-19, sul modello di quanto fatto in altre Regioni. Questo per riattivare i Pronto Soccorso che, come quelli di Codogno e di Casalpusterlengo, sono stati chiusi, e renderli accessibili agli altri pazienti".

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