Quindi, oggi...

Meloni sbugiarda i gufi, il porno elettorale Usa e la Viola: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: i possibili ricorsi al Tar contro il rigassificatore di Piombino, l'intervista di Zuppi e il governo Meloni

Meloni sbugiarda i gufi, il porno elettorale Usa e la Viola: quindi, oggi...

- Mentre noi siamo qui a discutere se fare o meno il rigassificatore di Piombino (tutto ancora fermo, per dire), in Germania hanno già completato il 50% dei lavori per il gasdotto che collegherà il terminale Gnl in costruzione a Wilhelmshaven (10 miliardi di metri cubi oggi, 28 miliardi in futuro). Il gasdotto sarà pronto il 20 dicembre, dico il 20 dicembre, quando noi saremo ancora nelle paludi delle polemiche.

- Berlusconi e Meloni trovano la quadra, almeno così sembra. Qualcuno potrebbe dire che Giorgia ha fatto "cappotto": può darsi, ma la verità è che è stata una trattativa - certo dura - come era nella natura delle cose. Nessuno poteva neppure immaginare che il governo non sarebbe nato: non si può mica buttar via un'occasione del genere

- Scopriamo, tra le altre cose, che i comitati che si oppongono al rigassificatore piombinese stanno chiedendo al Comune di fare ricorso al Tar. Al Tar! Rischiando così di produrre ulteriori inutili lungaggini: meritiamo l’estinzione.

- Oh, io ho letto l’intervista al cardinal Zuppi sul Corriere e in larga parte delle risposte non c’ho capito una mazza. O, meglio: non arriva mai al punto.

- Alla domanda “esistono valori non negoziabili” che determinano la scelta di un politico cattolico, Zuppi risponde: “La questione va posta in termini diversi” perché bisogna “tradurre l’etica, la visione cristiana, in scelte a seconda delle necessità e delle opportunità, mai rinunciando alle proprie convinzioni, ma cercando le risposte adeguate possibili”. Tradotto dal chirichettese: relativismo totale, “dipende”, “va considerato che”, “bisogna valutare”. Eppure Papa Ratzinger, che non mi pare sia stato superato ancora da alcun editto del nuovo Pontefice, sul tema era stato chiaro: esistono valori non negoziabili? Sì. Caro Zuppi, era così semplice la risposta: due sole lettere. Possibile che manco i preti abbiano la forza, oggi, di dare indicazioni chiare e non interpretabili?

- Dopo le parole chiare e nette di Meloni sul rastrellamento del ghetto, Rep affida ancora due pagine a Berizzi e alla solita solfa della fiamma nel simbolo. Il punto è che puoi dire pure che Mussolini era Satana in persona, ma tanto non ti crederanno. In fondo il superamento del postfascismo la destra istituzionale l’aveva fatto già con Fini. Eppure 30 anni dopo (era il 1994) siamo ancora qui a parlarne.

- La candidatura di Alessandro Zan a vicepresidente del Senato pare, stando alla Stampa, che sia già naufragata. Colpa del Paese omofobo, xenofobo e fascista? No, delle correnti Pd, che si fanno la guerra come manco due zitelle in lotta per un poveruomo. Meraviglioso.

- “Non è il talento”, dice Antonella Viola, che l’ha portata ad essere “un nome di riferimento nella divulgazione scientifica”. Di certo, neppure la modestia.

- Il pezzo delle Viola, se non fosse “un nome di riferimento nella divulgazione scientifica” quale si ritiene di essere, non lo avrei pubblicato manco nel mio giornalino scolastico alle superiori. Di una banalità assoluta. Prima afferma che bisogna sfatare “il mito talento” nell’avere successo, poi spiega che certo non siamo tutti uguali e che pure “la genetica conta”. Il tutto condito dalla seguente affermazione: “Basta leggere la biografia di qualche grande campione dello sport per rendersi conto che l’unica caratteristica che li accomuna tutti è la forza di volontà”. Esempi? Nessuno, troppo complicato cercarne uno. O forse, la verità è che il talento conta. Eccome se conta. Non conosco molti grandi campioni di basket diventati tali che non siano partiti da una “innata qualità” che, con sacrificio, sono riusciti a mettere a frutto. Conosco invece molti ragazzi, tra cui il sottoscritto, che hanno sempre avuto il “desiderio, il sogno e la passione” di giocare a pallacanestro ad alti livelli, molto testardi nell’allenarsi, senza esserci mai riusciti davvero bene.

- Per far conoscere il suo programma agli elettori, tal Mike Itkis - candidato indipendente in lizza per un seggio al Congresso per il 12esimo distretto di New York - ha girato un video porno. Nel fimato, dal titolo ’Bucket List Bonanza’, Mike dice di essere a favore della legalizzazione della prostituzione. Un genio (del male).

- Se Fdi al governo riuscisse a convincere non so chi a far fare uno stadio alla Roma e alla Lazio, rendendo l’Olimpico lo Stadio della Nazionale (modello Wembley), farebbe grande cosa. Francesco Lollobrigida l’ha promesso: vedremo.

- È iniziato il tesseramento per l’Assoinfluencer, il nuovo e primo sindacato degli influencer di cui - oggettivamente - non sentivamo affatto la mancanza.

- Lo Stato ha incassato di Iva 16 miliardi in più nel periodo gennaio-agosto rispetto all’anno scorso. Ecco, visto il caos bollette, sarebbe il caso di utilizzarli bene. Grazie.

- Dice Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: il tetto al prezzo del gas è una cavolata. "Il costo in Europa non si riduce mettendo un limite al Ttf (…). Se vuoi ridurlo, devi intervenire sui fondamentali: aumentare la produzione europea e ridurre i consumi". Cioè razionalizzare. “La crisi andrebbe militarizzata, riconoscendo che siamo in economia di guerra. Il price cap è solo un modo per confondere le idee. Quelli che contano sono i fondamentali. Bisogna usare più carbone e legna per produrre energia, bisogna allentare in modo temporaneo le normative ambientali. In Italia, la centrale a carbone di La Spezia dovrebbe ripartire subito". Tabarelli è persona intelligente, io lo ascolterei.

- "Dal Covid al Senato, la rabbia del dem Crisanti: 'Anche dal Pd voti a La Russa: sono indignato, serve un chiarimento'”. E chissenefrega? Cioè, voglio dire: Crisanti nel Pd conta come il due di picche quando briscola è spade. Cioè nulla, anzi meno di nulla: lo hanno parcheggiato lì a Palazzo Madama e non se lo infischierà più nessuno.

- Accordo tra Meloni e Berlusconi sul governo che verrà.

Pace è fatta, ora manca l’incarico e la limatura della lista dei ministri. E i gufi, muti

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