Messaggi intimidatori e spari contro l'auto di don Antonio Coluccia, da sempre simbolo dell'antimafia

Il sacerdote, da sempre simbolo dell'antimafia, ospite nel programma di Eleonora Daniele ha raccontato delle minacce ricevute a Specchia, nel Leccese. E ha detto: "Ai ragazzi dico di non prestare il fianco alle organizzazioni criminali"

Messaggi intimidatori e spari contro l'auto di don Antonio Coluccia, da sempre simbolo dell'antimafia

"Qualcuno sperava, attraverso un atto vile, di ostacolare il mio arrivo in questo territorio. Su un manifesto appeso con la mia foto, mi sono stati coperti gli occhi con una scritta, in arabo, che ha un significato che può essere 'buon appetito' oppure 'buono da mangiare'. Dico chiaramente che posso essere indigesto".

Da Roma a Specchia, comune in provincia di Lecce, don Antonio Coluccia è arrivato sabato. L'ha accolto un messaggio intimidatorio, di cui ha parlato a "Storie Italiane", il programma di Eleonora Daniele, in onda tutte le mattine su Raiuno. E lì, ai microfoni della giornalista, il prete ha risposto pubblicamente alle minacce che degli sconosciuti gli hanno rivolto al suo arrivo nel Leccese.

Don Coluccia, da sempre impegnato sul fronte della lotta alle mafie, era tornato al suo paese d'origine per un incontro pubblico. Ma ad attenderlo non c'è stato soltanto il manifesto provocatorio. L'auto dell'Opera don Giustino, di cui il sacerdote è il fondatore, infatti, è stata ritrovata crivellata di colpi d'arma da fuoco.

"Il tragico evento", come l'ha definito il parroco, ha riguardato la macchina con cui don Coluccia gira tutta l'Italia per fare incontri su costituzione e "cittadinanza evangelica". "Mi impegno educando i giovani e testimoniando che è possibile cambiare", ha spiegato il sacerdote a Daniele. E ha aggiunto: "Mi rivolgo soprattutto ai ragazzi, spiegando loro che il mondo della droga li spoglia della loro dignità e gli ruba i sogni.

Soprattutto li esorto a non prestare il fianco alle organizzazioni criminali sul territorio: questo lo faccio su tutto il territorio nazionale, dovunque sono, e soprattutto nel Salento, dove ci sono organizzazioni malavitose che cercano di tenere il controllo del territorio".

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