La beneficenza via sms bloccata dalla burocrazia

I soldi inviati dagli italiani per il tornado che investì il Veneto ancora bloccati da una babele di carte e burocrazia

La beneficenza via sms bloccata dalla burocrazia

Sono ancora fermi lì i 450mila euro donati dagli italiani per il tornato che investì la riviera del Brenta in Veneto l'8 luglio del 2015. Una tromba d'aria che uccise una persona, ne ferì 75 e generò milioni di euro di danni.

Bene. Come sempre i cittadini inviarono numerosi sms al 45500 e al fondo aperto dalla Regione Veneto. Si parla di 450mila euro totali. Mezzo milione però ancora fermo nel conto della protezione civive. Perché? A spiegarlo è stato il Messaggero del Veneto, che ha ricostruito tutta la trafila di passaggi burocratici che ne hanno ostacolato l'utilizzo. Il primo a mettersi di traverso fu Mario Monti, che con la riforma della Protezione Civile limitò la spesa alle opere pubbliche. Inoltre per poter spendere i fondi serve il via libera del Comitato dei Garanti, i quali - però - si sono riuniti per la prima volta solo a ottobre 2016, ovvero un anno e mezzo dopo la disgrazia. Non basta? Beh, alla fine a presentare il progetto è stato soltanto il Comune di Pianiga per rifare il campo da calcio del paese. I soldi degli sms non bastano, così la Regione mette a disposizione anche i fondi arrivati nel conto della Regione Veneto.

E qui scoppia la rivolta degli altri sindaci della zona, indignati dal fatto che quei danari finiscano ad un Comune e non ai cittadini colpiti. Altri invece vorrebbo usare per altri lavori le donazioni inviate al 45500. E così, giorno dopo giorno, mese dopo mese, son passati due anni. Con i soldi bloccati.

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