di Luigi Cucchi
Per Pasqua la raccolta fondi dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) ha inventato la cartolina virtuale da inviare a parenti e amici con gli auguri. A fine gennai, ormai è una tradizione, i volontari dell'Airc offrono nelle piazze italiane 2,5 chili di arance rosse. Da 50 anni l'Airc anche con le azalee e mille altre iniziative cerca di rendere il cancro sempre più curabile sostenendo progetti innovativi grazie a una costante raccolta fondi. I soci sostenitori sono oltre 4,5 milioni e 20mila i volontari in tutta Italia. Nel 2013 sono stati erogati alla ricerca ben 94 milioni, ora si sono superati i cento. Franco De Lorenzo, presidente della European cancer patient coalition (250 Associazioni europee di malati) ha premiato con una medaglia d'oro l'attività di questa associazione che ha contribuito a far comprendere che il cancro si può sconfiggere con la ricerca ottenendo una guarigione o rendendo la malattia cronica.
Nel 1966 la raccolta dei primi contributi (40 milioni di lire) per l'Istituto nazionale tumori di Milano, i soci allora erano 568. Dopo dieci anni nasce l'Airc per iniziativa di alcune personalità scientifiche e con il prezioso sostegno di imprenditori milanesi. I tumori del sangue erano i soli a beneficiare dei farmaci antitumorali, grazie ai fondi Airc le nuove conoscenze portano al primo tentativo di applicare la chemioterapia anche ai tumori solidi. Nel '73 parte a Milano il primo studio che porterà all'affermazione della quadrantectomia come approccio chirurgico conservativo nel tumore al seno. Negli anni '80 vengono avviati progetti di ricerca sui tumori ossei. Oggi il tasso di guarigione è sette volte superiore rispetto a 30 anni fa. Gli interventi sono meno demolitivi e le terapie meno tossiche.
Alcuni ricercatori all'inizio degli anni '90 comprendono il collegamento tra il cancro e lo studio dei geni. Grazie alla conoscenza della struttura genetica dei diversi tumori i ricercatori hanno cominciato a capire perché taluni farmaci possono funzionare su alcuni tumori e non su altri in apparenza del tutto simili. Nel 1990 gli studi sulla chirurgia conservativa promossi da Airc si rivelano rivoluzionari: gli specialisti dell'Istituto nazionale tumori di Milano perfezionano una nuova tecnica e la utilizzano per la prima volta. Ancora oggi, dopo quasi 20 anni, la scuola italiana è all'avanguardia: con i nuovi modelli di intervento le recidive a 5 anni si sono ridotte dal 30 all'8% circa. Nel '91 i soci divengono un 1,5 milioni e i contributi superano i 36 miliardi di lire. La ricerca sulle leucemie e sui linfomi raggiunge nel Duemila grandi traguardi: la sopravvivenza nella leucemia linfatica supera il 63%. In generale, la sopravvivenza per tutte le forme di leucemia si aggira intorno al 45% nell'adulto, ma arriva a oltre il 70% nei bambini. Gli immunologi italiani finanziati da Airc contribuiscono allo sviluppo di nuove terapie diventate armi fondamentali contro il cancro, come gli anticorpi monoclonali e i vaccini per l'epatite B e per il papilloma virus, efficaci per prevenire i tumori del fegato e del collo dell'utero.
Nel 2005 nasce il Progetto interregionale pediatrico con l'obiettivo di ottenere progressi terapeutici importanti soprattutto nei tumori cerebrali infantili, oggi tra i più aggressivi e resistenti alle cure. La storia continua e i primati si susseguono, parte anche il secondo programma dedicato a prevenzione, diagnosi e prognosi. Nonostante le numerose conquiste negli ultimi decenni, l'incidenza del cancro ha subito un incremento. Le ragioni della crescita sono legate all'allungamento della vita media e a un sensibile cambiamento negli stili di vita. L'aumento dei casi di tumore al polmone nelle donne è una diretta conseguenza dell'incremento del numero di fumatori di sesso femminile.
Ora si è passati da un approccio solamente curativo a uno preventivo e alla lotta contro tutti i fattori di rischio: il fumo di sigaretta, l'alimentazione, i virus, ormoni, le radiazioni. Oggi l'approccio è di tipo multifattoriale, cioè il rischio reale per un individuo di contrarre la malattia è dato dalla combinazione dei diversi fattori.a cura di Pierluigi Bonora
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