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Migranti al posto della Via Crucis: è polemica a Monza

La mostra sull'accoglienza in chiesa, preghiera con l'imam e bandiera arcobaleno sull'altare: è bufera sul parroco

La mostra Beyond the skin a Monza
La mostra Beyond the skin a Monza

Le foto dei migranti al posto dei pannelli che indicano le stazioni della via Crucis, una bandiera della Pace in bella vista sull'altare e l'imam Ibrahim El Gamal invitato a recitare una sura del Corano in cui si parla di Gesù.

Scoppia la polemica a Monza dopo la scelta dei sacerdoti di togliere il simbolo della Passione di Cristo per far posto fino al 21 gennaio alla mostra Beyond the skin - Vita da migrante realizzata da un liceo locale in collaborazione con il Consorzio comunità Brianza. Come racconta Il Giornale di Monza, alcuni parrocchiani hanno deciso di disertare la tradizionale preghiera multiculturale che si tiene ogni anno nella chiesa Regina Pacis il 30 dicembre in vista della giornata della Pace e che quest'anno ha visto partecipare anche i richiedenti asilo ospitati nella zona.

"Capiamo l’integrazione, ma cosa vuol dire togliere i quadri della Via Crucis?", dice un fedele al quotidiano monzese. "Ci dispiace che non sia stata capita la forza di questo messaggio", ha risposto invece durante la preghiera padre Daniele Frigerio, "A chi pensa che sia stato uno scandalo, voglio far notare che, così come è sacra la vita di Gesù, così lo è quella di ogni singola persona che attraversa il Mediterraneo per venire da noi".

"In chiesa non si fa politica. Chi veste l'abito non può fare politica", insorge oggi Paolo Grimoldi (Lega), "È vergognoso quanto accaduto nella chiesa Regina Pacis di Monza.

Se è vero che la decisione è stata presa all'unanimità dai sacerdoti della Comunità Pastorale Santi Quattro Evangelisti allora ci rivolgiamo al vescovo, per chiedergli la rimozione e l'allontanamento di questi sacerdoti, che non rappresentano più lo spirito della comunità a cui sono stati assegnati".

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